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Bigica: “Motta ha idee importanti”. Poi l’aneddoto su Vlahovic ai tempi della Fiorentina: “Mi chiamava…”

Emiliano Bigica ha parlato a Tuttosport svelando più di qualche aneddoto su Dusan Vlahovic, allenato ai tempi della Fiorentina

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Bigica Sassuolo Primavera
Bigica Sassuolo Primavera

Emiliano Bigica, allenatore del Sassuolo Primavera, ha parlato a Tuttosport della Juve, di Thiago Motta e Dusan Vlahovic. Ma cosa centra il tecnico neroverde con il mondo bianconero? La risposta è presto detta. Con l’italo-brasiliano è legato avendo fatto il corso a Coverciano assieme a lui nonostante il Covid li abbia obbligati a seguire le lezioni da casa.

Mentre con l’attaccante serbo il legame c’è dai tempi della Fiorentina perché, proprio Bigica, è stato il suo primo allenatore quando è arrivato in Italia. Aneddoti, curiosità e una mentalità superiore rispetto alla media dei ragazzi di quell’età. Di seguito le sue parole.

Bigica, l’aneddoto su Vlahovic e Motta: le sue dichiarazioni

Su Motta e la Juve: “Purtroppo il nostro fu un corso anomalo, perché incappammo nel covid e la seconda parte si svolse tutta online. Quindi purtroppo ci siamo vissuti poco come compagni di corso e sono mancati molti momenti di condivisione e confronto delle nostre idee. Thiago lo ricordo molto gentile e disponibile, ogni tanto ci siamo scambiati qualche messaggio per salutarci, poi ho iniziato a vedere le sue idee a La Spezia, a Bologna e ora alla Juve”.

E l’aneddoto su Dusan Vlahovic a Firenze: “Dusan quando è arrivato a Firenze non poteva ancora essere tesserato per via dell’età (fece il primo stage alla Fiorentina a novembre 2017, non ancora diciottenne, ndr) e mi aveva colpito il fatto che capiva e parlava l’italiano.

Era già avanti con la testa. L’altra cosa che mi ha sempre colpito, e per la quale lo porto come esempio ai miei ragazzi, era il fatto che lui, se non giocava in prima squadra, mi chiamava per venire in Primavera perché voleva giocare. A lui interessava soltanto la partita, indipendentemente dalla squadra: aveva grande fame, grande voglia di migliorare. Ed è normale che un giocatore con un talento così, con quella fame poi diventi un top player”.

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