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Montero: “La Juve per me è sentimento. Insegno che la maglia è sacra”

L’allenatore della Primavera si racconta: i retroscena e il rapporto col figlio Alfonso

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Paolo Montero è stato protagonista di uno speciale prodotto dallo Juventus Creator Lab. L’allenatore della Primavera bianconera, in un lungo video di approfondimento, ha affrontato molti temi della sua carriera: dai retroscena sul suo ritorno alla Juventus, dal rapporto con i suoi giocatori e con i figli. In particolare con Alfonso Montero, giocatore della Juve U17 ma già visto all’opera anche con la Primavera del padre Paolo. Di seguito le dichiarazioni di Montero nel corso dello speciale “Plantar Una Semilla”.

Il ritorno alla Juventus: i retroscena di Montero

Volevano fare una chiacchierata con me. Gli ho risposto di darmi un po’ di tempo, perché avrei dovuto farmi tredici ore di volo. Tornare qua, dopo diciassette anni… Come ho detto allo staff scherzando: per me entrare a Vinovo è stata come una terapia. La Juve per me è sentimento, come la Nazionale uruguaiana: fai di tutto per la sua maglia. Questo è quello che cerco di trasmettere, cioè che la maglietta e Vinovo sono la nostra casa. Quando viene un avversario casa mia non si tocca e la maglietta è sacra. 

Il rapporto con i figli: Alfonso veste la maglia bianconera

Nel corso della speciale puntata, Montero ha parlato anche dei figli Francisco (giocatore del Pinerolo, in Serie D) e Alfonso, che si sta dividendo tra l’U17 e la Primavera della Juventus. 

Paolo e Alfonso Montero

Paolo Montero con il figlio Alfonso, classe 2007

Li vedo poco. Al mattino stiamo un po’ insieme, altrimenti non riesco a condividere niente con lui. Giochiamo a golf: e lui è molto più bravo di me. Ci gioco per stare un po’ insieme, togliere lo stress, camminare un po’. I miei figli hanno la stessa età dei miei giocatori: uno è del 2004 e l’altro del 2007. Sono uguali a loro: sono della stessa generazione e vivono le stesse cose. Siamo noi genitori a doverli educare ad affrontare la vita. Molte volte è colpa dell’adulto perché abbiamo meno pazienza e ascoltiamo di meno. Si dice che vivono con il cellulare: è vero, ma è la loro epoca. Ai miei tempi non esisteva. Li ascolto tanto e questo mi aiuta anche con i ragazzi della Juventus. 

Montero sul rapporto con i giocatori della Primavera

L’obiettivo è crescere insieme. Quando facciamo le riunioni tecniche li faccio parlare. Come dico sempre scherzando: nel mio contratto non c’è scritto che l’allenatore sa più dei giocatori. In un’occasione abbiamo provato sul campo un suggerimento di Ripani: è andata meglio la sua idea rispetto alla mia, e abbiamo seguito la sua. L’umiltà è fondamentale, perché ti fa guardare allo specchio e crescere. E lo specchio non ti dice bugie. La vita è semplice, il calcio è semplice, siamo noi a renderlo difficile. Questo l’ho imparato da Lippi. I ragazzi? La maggior parte sono stranieri, vivono nel convitto e sentono la mancanza della famiglia. Qui la famiglia sono i loro compagni e devono proteggersi l’uno con l’altro. Alfonso? Cerco di essere più equilibrato possibile, perché anche gli altri giocatori vedono come tratto mio figlio. In allenamento e in partita per me è uno come tutti gli altri. Fuori dal campo è mio figlio. Gli dico sempre che è alla Juventus, ma non deve sentirsi arrivato. Dipende da lui. 

Due giocatori della Juventus Primavera

Finocchiaro e Pagnucco, della Juventus Primavera

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