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FOCUS – Michele Besaggio, il dieci del Genoa ispirato da Coutinho e Del Piero

Approfondimento sul giovane centrocampista genoano

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Dalle corse sul campo a quelle verso il mare. L’infinito, bellissimo, mare di Genova. Una stagione importante fin qui con il dieci sulle spalle e la speranza di esordire a “Marassi” il teatro dei sogni dei giovani del Grifone. La storia di Michele Besaggio centrocampista classe 2002 della Primavera del Genoa, è simile a quella di ogni ragazzo che sogna di sfondare in questo sport. Inizia a tirare calci ad un pallone ad appena quattro anni, nel Merlara società dilettantistica in provincia di Padova. Poi si trasferisce all’Urbana e inevitabilmente viene notato dagli osservatori. Viene così portato nei professionisti all’età di quattordici anni. Precisamente al Vicenza. Nel capoluogo veneto ha modo di migliorarsi ulteriormente. Gli viene inoltre cambiato ruolo, passa infatti da trequartista col vizio del gol e del dribbling a mezzala. Un ruolo che ricopre anche nel Genoa dove è approdato tre anni fa, trovando definitamente la sua consacrazione in questa stagione a suon di prestazioni ma anche a livello di gol e assist. Indossare la maglia del Grifone è sinonimo di grande responsabilità, soprattutto per un giovane come lui. Ma il carattere, la fiducia dell’allenatore e la voglia di non mollare di un centimetro gli permettono di onorarla al meglio, come vuole la società, come pretendono i tifosi. Il suo score stagionale parla di 5 reti e 4 passaggi decisivi per i compagni in 18 partite di campionato. Niente male per una mezzala, roba da numero dieci. Quel numero che gli è stato consegnato ad inizio stagione da mister Chiappino e che rappresenta un qualcosa di speciale e di valore, visto che il suo idolo è sempre stato Alessandro Del Piero, un dieci che ha incantato per anni le platee del calcio mondiale con la maglia della nazionale e della Juventus. Dotato di buona tecnica, cattiveria agonistica e forza fisica, Besaggio è un centrocampista di piede destro al quale piace puntare e saltare l’uomo, non a caso si ispira a Coutinho del Barcellona ma cerca di imparare “in casa” da un veterano come Goran Pandev. Ovviamente spera nell’esordio in serie A e di dare una mano alla Primavera in questo finale di campionato che può ancora riservare sorprese. Una passione trasmessa dal fratello maggiore e un sogno che vale la pena continuare a vivere, in uno dei sodalizi più antichi del calcio italiano. Perchè non è finita qui e il meglio deve ancora venire.

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