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Cesare Prandelli

In questi giorni in cui il calcio italiano è sotto processo, un'opinione illustre riguardo al fallimento della Nazionale azzurra all'Europeo è arrivata anche dall'ex commissario tecnico Cesare Prandelli. L'allenatore ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, esprimendo il suo pensiero riguardo alle motivazioni dell'eliminazione e alle possibili soluzioni per rilanciare il nostro mondo del pallone. Di seguito le sue parole.

Prandelli e le critiche all'Italia

"Il ringiovanimento, come ha detto Spalletti, è necessario. Ma non tanto nell’età, visto che l’Italia è giovane. Dovremo essere più giovani nello spirito di squadra. Nella testa. Troppe domande sono senza risposta. Com’è possibile che tu abbia un ct come Spalletti, un capodelegazione come Buffon, e non reagisca? Cosa è successo a Berlino? I giocatori sembravano catatonici. Come fai a dare un giudizio su una prestazione così? Vista la Georgia? Anche la Danimarca con la Germania non s’è arresa. Non come noi: passaggi orizzontali a due all’ora. Luciano deve ringiovanire i giocatori nella testa. Si reagisce così".

Assenza di campioni e il lavoro sui giovani

“Lo sappiamo da anni che è così. Già prima ci siamo trovati a fine ciclo senza vere alternative. Ogni tanto si cerca di esibire un po’ di ottimismo. Ma serve un progetto che non soffochi i talenti. Non dobbiamo essere totalmente negativi: qualche buon giocatore c’è, ma non deve pensare al possesso e al sistema tattico fin da ragazzo. Facciamo crescere giocatori che abbiano carattere, determinazione, senso di appartenenza, generosità, che facciano squadra”.

“Invece inculchiamo ai giovani, ogni giorno, l’idea dell’impostazione dal basso, del possesso, del dominio. Io avevo una squadra giovanile fantastica ma che soffriva da morire se non aveva il dominio: per due mesi ho dovuto lavorare su aggressione e ri-aggressione. Noi stiamo lavorando solo su una parte. Basta con il possesso fine a se stesso. Il giochismo va bene nella prima squadra. Tra i giovani si deve giocare liberamente, anche rinvii, difesa, contropiede. O mortifichiamo il talento”.

Cesare Prandelli
Cesare Prandelli ha parlato dell'Italia e dei giovani

“Liberare il talento”: le proposte di Prandelli

“Si può recuperare? Certo. Dobbiamo anche istruire gli istruttori, Vietare che si insegni tattica fino a sedici anni. Vinciamo con i giovani perché sono abituati a movimenti geometrici e organizzati, ma poi arriva il talento maturo e perdi. Ecco perché ci fermiamo ai successi giovanili. Gli altri giocano nei club, i nostri no, ed emerge la differenza. Liberiamo il talento, accidenti. Facciamo riscoprire il piacere del gioco e dell’imprevedibilità. Ma subito. Abbiamo già perso tempo”. 

“Si può recuperare? Ma sì, non servono dieci anni. Basta la metà. Però il calcio deve parlarsi e decidere subito. Lega, Figc, club. Tutti. Ai miei tempi avevamo fatto una proposta che mi sembra ancora valida. Se dopo l’Under 21 i nostri non giocano nei club, perché ci sono tanti stranieri, anche modesti, non lasciamoli disperdere nelle panchine, senza una presenza. La Figc deve creare un club, iscriverlo in Serie B o C, per far giocare in una squadra di azzurri altrimenti sottoutilizzati. Valorizzerebbe così anche il patrimonio dei club. Ma la Figc deve credere nel progetto e investire”.

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