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Under 23, un progetto vincente: i vantaggi delle seconde squadre
La Juve, l’Atalanta e le possibili novità del futuro
Quante volte abbiamo visto tanti giovani talenti nel panorama calcistico italiano andare in prestito in altre squadre di categoria inferiore per “farsi le ossa” e intraprendere le prime esperienze con i più grandi. Queste esperienze possono sicuramente far maturare i calciatori sotto il punto di vista sportivo e morale, ma in alcuni casi allontanarsi da centri sportivi e club di categoria superiore non è sempre un bene. Ecco perché sono state fondate dapprima in Europa e poi anche in Italia i settori giovanili Under 23. In questo modo i club riescono a trattenere i giovani nelle società, facendoli crescere nei loro impianti e con i loro allenatori e per di più gli permettono di fare esperienza in campionati come la Serie D o addirittura la Serie C.
Ma come funzionano e quali sono i vantaggi di avviare le seconde squadre per i club di Serie A?
Under 23: perché è vantaggiosa
Molte squadre in Europa, come ad esempio il Barcellona, hanno deciso di intraprendere il percorso di una vera e propria “seconda squadra” che gioca in campionati inferiori rispetto alla prima, ma in ogni caso di validità assoluta. Questa tradizione è stata portata anche in Italia, sotto il nome di “Under 23”. Questo tipo di rose sono effettivamente le seconde squadre dei club che le istituiscono e militano in campionati inferiori. Queste realtà garantiscono molti vantaggi alle squadre che le istituiscono:
- Poter garantire ai giovani un determinato tipo di esperienza senza che debbano lasciare il club o andare in prestito per un determinato periodo
- Crescere i giovani secondo il pensiero e la mentalità del club fino all’arrivo in prima squadra
- La facilità di convincere giovani talenti, italiani ed esteri, a firmare perché il percorso per arrivare tra i pro è più veloce e guidato
- Più spazio all’interno dei settori giovanili e più tempo ai calciatori per emergere
Under 23: esperimento riuscito
In Italia, una delle prime squadre ad aver fondato e progettato questo tipo di esperimento é stata la Juventus. Attualmente chiamata Juventus Next Gen, è stata ideata nel 2018, periodo in cui il presidente era Andrea Agnelli, è la seconda squadra della Juventus Football Club e milita in Serie C. L’allora presidente della Juve ne è stato molto entusiasta e si espresso così nei confronti del progetto ai microfoni di Tuttosport: “L’ho voluta dal primo giorno della mia presidenza. Lo vediamo in tutt’Europa, abbiamo fatto un convegno spiegando i benefici di questo percorso. Ora traiamo i frutti…C’è grande simbiosi tra Under 23, Under 19 e prima squadra. Ci crediamo molto e sono giocatori che diventeranno funzionali, il mio auspicio è che altre società seguano questo progetto”.
Altri presidenti in Serie A hanno accolto il pensiero dell’ex presidente della Juventus, come ad esempio l’Atalanta, che ha fondato la squadra Under 23 proprio nel 2023. Un progetto sicuramente vincente, che molti club in Italia stanno seriamente valutando.
Under 23: ecco i frutti del progetto
Già qualche anno fa si è visto in maniera chiara come questo progetto fosse vincente e assolutamente vantaggioso per i club che lo hanno adottato. In casa Juve ad esempio sono passati Frabotta, Dragusin (da cui la società di Torino ha tratto una buona percentuale della sua cessione al Tottenham dal Genoa), Iling Junior, Yildiz e molti altri. Un profitto dal punto di vista economico in caso di vendita, ma anche dal punto di vista di rendimento: molti calciatori passano in prima squadra durante la stagione per rinforzare la rosa in punti carenti e ricoprire gli eventuali infortuni. Visti i risultati, anche il Milan e altre big in Serie A sembrano essere propensi a questa apertura, fondamentale anche per la crescita di giovani italiani che possono rinforzare la nazionale.
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