Nazionali Giovanili
Svezia-Italia, le pagelle degli azzurrini: Parisi versione Garrincha, Pellegri estraneo
Le pagelle della squadra di Nicolato
PLIZZARI 6: Chiamato solo a qualche uscita per condurre il reparto alla terza presenza con la U21, raccoglie l’eredità momentanea di Carnesecchi incolpevolmente battuto da una deviazione.
OKOLI 6: Inizia con la disattenzione fatale che consente alla Svezia di passare in vantaggio, poi gioca una gara di buon impatto fisico al rientro da un infortunio.
LOVATO S.V.: Rimane K.O. dopo una sbracciata di Sarr al secondo minuto e non si riprende più nei successivi diciotto (dal 20′ VITI 6, raramente lo abbiamo visto da terzo di sinistra, si appoggia al suo piede per impostare e non tradisce).
PIROLA 6: Alti e bassi, non perfetto nella conduzione della retroguardia con qualche sbavatura coperta da buoni interventi dei suoi compagni, ma autore di una gara comunque coraggiosa.
CAMBIASO 6,5: Spinge e guida palla anche con il piede meno addestrato e fornisce una soluzione non preventivata dalla difesa avversaria quando rientra verso il centro del campo.
BOVE 6: Cala alla distanza ma accompagna l’azione offensiva e difensiva a dovere (dall’85’ GAETANO 5,5, imperdonabile in almeno un paio di circostanze sotto porta)
Simone Pafundi, il classe 2006 convocato da Mancini
RICCI 6: Complessivamente ordinato e pulito, lavoro molto a protezione della difesa.
ROVELLA 6,5: Riesce a dettare i ritmi anche in zona avanzata, dando l’impressione di non temere verticalizzazioni e giocate difficili in zona di rifinitura.
PARISI 7: Testardo ed imprevedibile nel dribbling, mostra una condizione atletica impressionante per essere il 9 giugno e una tenacia contagiosa.
PELLEGRI 5,5: Isolato sì, ma poco mobile. Gioca quasi esclusivamente spalle alla porta senza illuminare e, soprattutto senza collezionare palle-gol valide (dal 76′ ESPOSITO 6, molto bene nella costruzione delle occasioni, decisamente meno nella conclusione; davanti a lui c’è uno scudo chiamato Brolin).
CAMBIAGHI 6: Estremamente volitivo e mobile in tutto il fronte offensivo, aiuta la manovra, ma non Pellegri che lo avrebbe preferito più vicino. Anche lui dormirà con qualche rimpianto per quanto prodotto e non concretizzato sotto porta.
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