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Italia U21, Desplanches: “All’Europeo possiamo fare bene. Felice di aver fatto la gavetta in Serie C”

Sebastiano Desplanches, portiere dell’Italia U21, si è raccontato ai canali ufficiali delle Nazionali in vista dell’Europeo.

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Sebastiano Desplanches

Sebastiano Desplanches, portiere dell’Italia U21, ha rilasciato un’intervista a Vivo Azzurro TV per la rubrica “Generazione Azzurra”. L’estremo difensore, già protagonista all’Europeo U19 nel 2022 e al Mondiale U20 nel 2023, attende l’occasione di rifarsi nel prossimo Europeo che disputerà con l’U21 di Nunziata. Di seguito le dichiarazioni di Desplanches.

Italia U21, le parole di Desplanches

Sul Mondiale del 2023: “Fu un percorso straordinario. Eravamo un gruppo fantastico, sono state emozioni indelebili che rimarranno sempre nel mio cuore. Era un mese particolare, tanti campionati non erano ancora finiti. Ci davano per spacciati, nessuno credeva in noi. Poi siamo arrivati in Argentina e abbiamo sentito l’appoggio dei tifosi locali, e questo ci ha caricati: rimpianti veri non ne abbiamo, anche perché abbiamo dato il massimo. Certo, alzare la coppa sarebbe stato meglio”.

Sul prossimo Europeo: “Il gruppo è unito, con il giusto equilibrio tra caratteri vivaci e giocatori più ‘calmi’. Sono molto legato a Fabbian e Casadei, ma in generale possiamo fare molto bene. Capitan Pirola, per esempio, è il difensore che vorrei sempre in campo con me: trasmette tranquillità a tutta la squadra, quando si soffre un po’ di più è bravo a farci rimanere con la testa sul campo, è una fortuna averlo con noi”.

Da Novara alla Nazionale: il portiere dell’Italia U21 si racconta

Sul suo percorso di crescita: “Ho iniziato a giocare nello Sparta Novara, poi sono passato all’Inter e successivamente al Milan dove sono rimasto fino alla Primavera, prima di andare a Vicenza. Dal giocare nel Milan a scendere in Serie C può sembrare un passo indietro. In realtà non è così, perché il calcio dei grandi è un’altra cosa. Sono contento di aver fatto la gavetta e, ora, di essere a Palermo. Sono stato fortunato ad avere i genitori dietro di me. I traguardi che ho raggiunto li devo anche a loro, che mi portavano agli allenamenti da bimbo fin da quando ero piccolo. La prima convocazione in Nazionale? Fu una sorpresa, a quell’età si vive il calcio in modo più spensierato. Non era il mio obiettivo principale, ma è stata una cosa incredibile. Ogni volta che sento il mio nome legato alla Nazionale è un’emozione straordinaria, perché gioco per l’Italia e rappresento un paese”.

Sull’idolo: “Il ruolo del portiere richiede un allenamento diverso rispetto ai giocatori di movimento. È più mentale e focalizzato a non perdere mai la concentrazione. Gigi Buffon è il più forte della storia. E sono felice di essermi allenato ai tempi del Milan con Donnarumma, che ha preso la sua eredità. Parlando di altri sportivi, invece, ammiro la mentalità di Sinner. Io in Nazionale maggiore? Voglio volare basso. Il primo obiettivo è esordire in Serie A, poi potrò pensare alla Nazionale A”.

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