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Nazionali Giovanili

Italia, il paradosso dei giovani talenti: Nazionali al top, ma chiusi nei club

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Simone Pafundi Italia U19

Il calcio italiano vive di contraddizioni, di bias culturali tra l’interessante e il grottesco. Il più attuale sembra riguardare i nostri giovani talenti. L’Italia infatti è al vertice di ogni competizione internazionale, con le nostre selezioni che dall’Under 17 all’Under 21 si piazzano nel gota del calcio mondiale. L’altra faccia della medaglia, però, racconta di un elemento profondamente negativo. Siamo uno dei paesi più indietro nei top 5 campionati europei per esordi dei nostri giovani nella massima serie.

Top 5 campionati: i dati sui giovani

Il conteggio ufficiale infatti racconta di un dato inversamente proporzionale ai risultati di squadra della nostra nazionale: a fronte dei circa 1479 esordi nell’ultimo decennio, soltanto il 19,9% avviene in Serie A, bypassando quindi la tradizionale “gavetta” che si trasforma in un eterno limbo per il restante 81% dei ragazzi. Si parla di un dato misero, che si fa ancor più piccolo se rapportato ai numeri di Liga, Bundesliga e Ligue 1. Testa-coda, culturale ma anche sistemico, il nostro. Testa a testa invece, tra Spagna e Francia: sono 1622 i debutti nella penisola iberica, rispondono con 1693 i cugini d’Oltralpe. Si allarga però la forbice nel confronto diretto sugli esordi nel massimo campionato: 445 in Liga, inflazionati da Barcellona e Real Madrid, che da decenni costruiscono il proprio dominio attingendo da fucine di talento come la Masìa (citofonare a casa Yamal o Cubarsì per ottenere conferma). Sono 576 invece in Ligue 1, dato spaventoso che racconta in parte la sovrabbondanza di talento che permette alla Francia di imporsi come nazionale sul panorama mondiale da almeno un ventennio. Anche in Bundesliga però, ci surclassano: 425 esordi sfruttando la corsia preferenziale della massima serie, a fronte di 1365 prime volte totali.

Nazionali giovanili: l’Italia al vertice

Sono percentuali impietose, che traducono e danno consistenza a una pericolosa deriva culturale in atto nel nostro sistema calcistico. Questo non premia il merito o il talento, ma i risultati sul breve-medio periodo. Risultati che spesso vengono volutamente lasciati fuori dall’equazione. Torniamo all’incipit del discorso, ovvero al fatto che i nostri ragazzi siano nell’Elite del calcio giovanile da anni ormai. Un breve e freddo elenco di risultati, davanti ai quali spesso in molti decidono deliberatamente di chiudere gli occhi: l’Under 17, dopo 3 finali continentali perse nel 2013, 2018 e 2019, hanno alzato al cielo il trofeo da Campioni d’Europa proprio nel 2024. L’Under 19 è reduce da una semifinale dell’Europeo di categoria, dopo essersi laureata Campione d’Europa nel 2023. L’Under 20 invece, lo scorso anno ha sfiorato la vittoria del Mondiale U20, arrestando la propria corsa solo in Finale contro l’Uruguay. Dettagli, purtroppo, che si perdono in un mare di incoerenza e mancanza di visione, che sta costringendo sempre più giovani nostrani a completare il proprio percorso di crescita all’estero.

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