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Tudor, movenze da Juve: gesti differenti da Motta e i tifosi già lo acclamano

Buona la prima per Tudor sulla panchina della Juve e c’è subito una differenza con Motta: i tifosi già acclamano il nuovo tecnico.

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Tudor-Motta Juve

Ogni percorso inizia con un passo. A volte basta poco. Una partita e cambia il mondo. E quello bianconero della Juve sembra essere capovolto con l’arrivo di Tudor che ha riportato quel pizzico di juventinità mancato nei mesi scorsi, almeno a parole e movenze. I risultati non hanno dato ragione a Motta e i problemi, troppo evidenti, con lo spogliatoio hanno fatto il resto.

Il club ha deciso e nella lista poteva fare una sola scelta. Il tecnico croato è colui che può riportare entusiasmo anche tra i tifosi, in tanti lo hanno già acclamato, ma per raggiungere l’obiettivo Champions c’è ancora tanta strada, e diversi ostacoli, davanti. Chi ben comincia… e intanto le differenze con il passato già si vedono, soprattutto in un particolare…

Tudor-Motta Juve

Tudor-Motta Juve

Yildiz e Vlahovic, ora si può fare la differenza

Non perde tempo Tudor, che lancia la sua nuova Juventus già nella sfida contro il Genoa: si passa al 3-4-2-1, con Dusan Vlahovic a guidare l’attacco e la coppia Koopmeiners-Yildiz a dare supporto sulla trequarti. Il ritorno in attacco del serbo è sicuramente un segnale importante, dopo la panchina contro la Fiorentina e i pochi minuti collezionati in questo 2025.

Solamente contro il Cagliari l’ex viola era partito titolare, segnando peraltro il gol vittoria. E di nuovo contro i rossoblu, l’attaccante non perde tempo fornendo una prestazione convincente: zero reti all’attivo, è vero, ma tante sponde e tanto dialogo con i compagni in un’ottima prova di sacrificio. Testimoniata, peraltro, dal movimento a portare via Vasquez che permette a Yildiz di liberarsi e involarsi verso la porta per insaccare la rete dell’1-0.

E lo stesso Yildiz, d’altronde, ha evidentemente tratto beneficio dal passaggio di testimone in panchina. Il cambio di modulo permette al talentino bianconero di giocare nella sua posizione naturale, da sottopunta, dove può esaltarsi con le sue qualità nello stretto. L’azione del gol ne è la prova.

Vlahovic si allarga per lasciargli spazio nel mezzo, con il classe 2005 che può così prendere campo, saltare De Winter e trovare un gol che vale tre punti preziosissimi. I due gioielli bianconeri, fin qui in ombra nella gestione Motta, possono ora diventare i trascinatori di questa Juve nel finale di stagione.

Juve, quante novità: nuovo ruolo per Nico e Kolo Muani…

Ma le novità di questa Juve targata Tudor non si fermano certo qui. Se da un lato il tecnico croato è infatti riuscito ad adattare alla perfezione due giocatori nei suoi schemi di gioco, dall’altra ha scelto di azzardare. È questo il caso di Nico Gonzalez, schierato quinto di centrocampo nel nuovo 3-4-2-1, completando la catena di destra con Gatti e Koopmeiners.

E nonostante la novità del ruolo, l’argentino ha disputato un’ottima partita: qualche imprecisione in fase difensiva, certo, ma naturale se si pensa alle posizioni occupate in carriera dal giocatore. L’esordio fa ben sperare in vista delle prossime gare, con l’ex Fiorentina che potrebbe riscoprirsi in questa nuova posizione.

E non è sicuramente passata inosservata la gestione della rosa. Basti pensare a Kolo Muani, titolarissimo di Motta, rimasto in panchina per tutti i 90 minuti. Thiago non aveva mai rinunciato al francese, che dopo l’impatto da urlo nelle prime gare ha faticato a confermarsi. Ora il gol manca da quasi due mesi, e il tecnico croato ha scelto di dare fiducia a Vlahovic, forse anche per distaccarsi dalla gestione recente delle gerarchie in attacco. Il ruolo del francese potrebbe ora essere ridimensionato, anche se le sue qualità gli permetteranno di essere una risorsa importante anche a partita in corso.

 
 
 
 
 
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DNA da Juve: perché Tudor è l’uomo giusto

Il croato, d’altra parte, è sempre stato legatissimo ai colori bianconeri. La scelta di prendere le redini della squadra in un momento delicatissimo della stagione, a soli due mesi dalla fine del campionato, è simbolo dell’amore da parte di Tudor nei confronti di questo club. E lo aveva già dimostrato nei suoi 8 anni da giocatore, dal ’98 al 2005 e poi di nuovo nella stagione 06/07, nelle sue 174 presenze condite da 21 gol.

Due scudetti, due supercoppe e una Coppa Intertoto, oltre a un campionato di Serie B, vinto senza mai scendere in campo. E anche lì, dimostrando sempre rispetto nei confronti della società, con la riduzione dell’ingaggio dopo la lunga indisponibilità per infortunio. Tudor potrà trasmettere i valori storici della Vecchia Signora ai suoi giocatori, dando così una nuova carica ed energia all’ambiente bianconero.

Tudor-Juve, i tifosi sono già con lui

Ma la grinta dimostrata dalla squadra è solo l’apice del lavoro del tecnico, che per tutta la partita è stato vicinissimo alla squadra in campo. E il suo atteggiamento, il suo coinvolgimento nella gara ha subito catturato i tifosi, come testimoniano i commenti social sotto i post della Juventus a seguito della vittoria di sabato. 

“Bentornato a casa”, “La Juventus agli juventini”, “Hai la Juve dentro come tutti noi”. Dopo la spaccatura tra società e tifoseria delle ultime settimane, l’arrivo di Tudor risulta fondamentale anche sotto questo aspetto. Perché con un ambiente compatto e una tifoseria in fiducia, tutto diventa più facile.

Tudor-Motta, un singolo gesto può cambiare tutto

D’altronde, le differenze tra Tudor e Motta non si fermano solamente al modulo di gioco e alle scelte tecniche. Sono i metodi di comunicazione, i gesti durante la partita, a cambiare, a trasmettere sensazioni diverse. Tudor si sbraccia, protesta, dà indicazioni ai propri ragazzi. E in occasione del gol fornisce un vero e proprio “assist”, passando velocemente a Koopmeiners il pallone per la rimessa laterale, da cui nascerà la rete di Yildiz.

Un gesto già simbolico del suo nuovo corso alla Juventus, tanto quanto l’esultanza liberatoria subito dopo il gol del suo numero 10. Rispetto allo stoico atteggiamento di Motta, Tudor ci mette più grinta, vivendo la partita tanto quanto i giocatori. E questi segnali, per la  Juventus, sono ora fondamentali. Anzi, sono proprio il simbolo del cambiamento che sta avvenendo. Perché a volte, un singolo gesto può davvero cambiare tutto.

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