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Bayern Monaco-Inter, sfida tra grandi: così Inzaghi e Kompany sognano il passaggio del turno

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Inzaghi Inter

Una sfida da grandissimi palcoscenici. Bayern Monaco-Inter potrebbe essere riassunta così. Un incontro che si porta dietro tanta storia e significati, con nerazzurri e bavaresi che negli anni sono stati protagonisti tanto nelle rispettive nazioni quanto in Europa. E ora, le squadre di Kompany e Inzaghi si ritrovano nella fase a eliminazione diretta di questa Champions League. Quindici anni dopo la finale del Bernabéu, tanto magica per i meneghini quanto amara per i biancorossi. Oggi, però, non c’è spazio per il passato: ora è il momento di scrivere la storia.

Bayern Monaco-Inter, i precedenti: quella notte di Madrid…

Sono nove i precedenti in competizioni europee tra Bayern Monaco Inter, con lo storico a favore dei bavaresi. Cinque, infatti, i successi dei biancorossi, contro le 3 vittorie dei nerazzurri tra Champions League e Coppa UEFA. L’Inter, però, ha vissuto alcune delle sue pagine sportive più belle proprio contro i bavaresi, in termini sia di prestazioni che di risultati.

Non può non venire in mente, infatti, quella finale del 22 maggio 2010. Al Santiago Bernabéu di Madrid bavaresi e nerazzurri si contendono l’ambita coppa dalle grandi orecchie davanti a oltre 73.000 spettatori. A trionfare sarà l’Inter grazie alla doppietta di Diego Milito, il principe che “diventa Re nella notte di Madrid”, completando con l’ultimo tassello il puzzle di uno storico Triplete.

L’anno dopo Inter e Bayern si incrociano nuovamente, questa volta agli ottavi di finale. All’andata, sul terreno di San Siro, sono i bavaresi a passare, grazie alla rete allo scadere di Mario Gomez. Al ritorno, però, i nerazzurri tirano fuori dal cilindro una prestazione magistrale: Eto’o la sblocca dopo appena 4 minuti, poi Gomez e Muller ribaltano il punteggio nel corso del primo tempo. Ma nella ripresa prima Sneijder e poi Pandev piegano i biancorossi, permettendo all’Inter di accedere ai quarti di finale, dove verrà superata, però, dallo Schalke 04.

Bayern Monaco, una rinascita targata Kompany

La sfida di questa sera, insomma, è carica di significato, soprattutto per i nerazzurri. Che vorranno cercare di sfruttare la difficile situazione infortuni di questo Bayern per avvicinarsi un po’ di più alla finale di Monaco. I bavaresi, infatti, non potranno contare su ItoUpamecano, Davies e soprattutto Musiala, out per circa due mesi. Ma non per questo i biancorossi, forti di un’eventuale finale in casa, si lasceranno abbattere facilmente.

Il Bayern, d’altra parte, sembra essere tornata la solita potenza che tutti abbiamo conosciuto in questi anni. Dopo una stagione travagliata conclusa al 3° posto in Bundesliga, la società bavarese ha deciso di puntare su un Vincent Kompany agli inizi della sua carriera. L’ex bandiera del City, dopo 5 anni da allenatore (passati tra AnderlechtBurnley) non sembrava essere pronto al grande salto, destando diverse perplessità in estate. Ma alla fine la scelta sembra aver dato i frutti sperati.

Il 4-2-3-1 di Kompany, infatti, incarna perfettamente i principi di gioco del Bayern degli ultimi anni. Verticalizzazioni rapide, pressing alto e gioco aggressivo le parole chiave del tecnico belga, che fin qui è riuscito ad esaltare diversi elementi della rosa. Soprattutto in fase offensiva, come dimostrano i 117 gol segnati in 43 partite stagionali. Un numero mostruoso, soprattutto a fronte dei 42 gol subiti: un dato insolitamente alto per i bavaresi, vero, che però non ha compromesso per nulla la loro stagione.

In fase offensiva sono soprattutto gli esterni a svolgere un lavoro importante: SanèOlise, infatti, sono i principali rifinitori dell’azione, alzandosi sulla linea di Kane in una sorta di 4-3-3. Con i terzini che hanno licenza di spingere, creando spesso una linea a 5 con gli attaccanti nella trequarti avversaria. Musiala, invece, rimane in posizione più arretrata, per sfruttare le sue doti balistiche e nello stretto su eventuali respinte. Un sistema di gioco che funziona come una macchina perfetta, anche grazie al lavoro difensivo di prim’ordine di Kimmich, che garantisce il giusto equilibrio alla squadra.

Inter, Inzaghi punta al top

Decisamente migliore la situazione infermeria per Simone Inzaghi, che in attesa di novità sul fronte Bastoni dovrà rinunciare al solo Dumfries per la sfida dell’Allianz Arena. Il tecnico piacentino potrà così schierare il suo migliore undici, con un 3-5-2 chiamato a contenere la spinta offensiva dei bavaresi.

In questo tipo di gare, d’altronde, l’Inter ha dimostrato di saperci fare. La compattezza dei nerazzurri, infatti, diventa più efficace contro una squadra che ama macinare gioco. Il doppio compito di giocatori come Dimarco Darmian sarà fondamentale, tanto per dare equilibrio tanto per creare pericoli dalle parti di Urbig. Così come sarà fondamentale Barella in mezzo al campo, che dovrà fare da collante fra difesa e attacco contro avversari di prim’ordine.

Ma non solo: Inzaghi potrà contare su diversi giocatori che in Europa hanno fatto la differenza. Basti pensare alla prestazione di Acerbi nella finale contro il City. O alla coppia Lautaro-Thuram, autrice di 9 gol in questa competizione. Con l’argentino che ha raggiunto Adriano al primo posto nella classifica marcatori dei nerazzurri in Champions League. Insomma, l’Inter, per valori in campo e per principi di gioco, può davvero puntare a passare il turno.

Bayern Monaco-Inter, un ultimo valzer per Muller

La sfida di questa sera avrà un sapore speciale per alcuni giocatori, e in particolare per Thomas Muller. Uno dei simboli della storia recente del Bayern Monaco. Il trequartista tedesco è l’unico superstite in casa bavarese di quella finale di Champions del 2010, che giocò da titolare per tutti i 90 minuti.

Venticinque anni con la maglia biancorossa indosso, un’avventura iniziata a 12 anni e che terminerà a fine stagione, a 36. Con 778 presenze 263 gol e 273 assist, è il giocatore con più presenze e più assist nella storia del club. Che a luglio, però, lascerà il club, visto che il suo contratto non verrà rinnovato. Muller, però, vorrà lasciare la squadra con un’ultima, grande vittoria. Vendicando, al contempo, quella notte di Madrid.

Bayern Monaco-Inter, che sfida per Arnautovic

Ma anche in casa nerazzurra c’è un superstite della finale del 2010. Si tratta di Marko Arnautovic, classe ’89, l’attaccante austriaco approdò all’Inter in prestito con diritto di riscatto nell’estate 2009 dal Twente, anche se in condizioni fisiche tutt’altro che ottimali. L’infortunio al piede destro, infatti, gli impedirà di scendere in campo nella prima parte di stagione, collezionando tre presenze in Serie A, da subentrato, tra gennaio e aprile 2010.

Da lì, l’attaccante austriaco inizia il suo giro per l’Europa: Werder Brema, poi Stoke City e West Ham, prima della parentesi in Cina e il ritorno in Italia, prima al Bologna e poi di nuovo all’Inter. Sembra quasi la chiusura di un cerchio, per un giocatore che, partito come promessa da aggregare alla squadra, è ora una degli elementi più esperti della squadra.

Arnautovic si può fregiare del titolo di vincitore di quel Triplete, anche se l’attaccante non ne vuole sentire parlare. “Io ero un tifoso, come quelli in curva Nord. Sono stato con loro e sono contentissimo, ma non ho fatto molto. Ripetersi? Sarà difficile, ma ce la metteremo tutta”, dichiarò l’attaccante dopo la vittoria contro il Monza. Questa volta, però, l’attaccante potrebbe essere un’arma in più e uno dei nuovi protagonisti dell’impresa.

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