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Cossa: “Giovani e scouting, i segreti del Renate. U23? Rischio di una Serie C anomala. Sui 2005 in Primavera…”

Michele Cossa, responsabile del settore giovanile del Renate, ha parlato dell’ottimo percorso della Primavera, dei giovani e delle U23 in C.

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In casa Renate si respira aria di grandi obiettivi. Programmazione e convinzione delle proprie idee, questi i segreti delle Pantere, in piena zona playoff e in corsa per il quarto posto nel girone A del Serie C. Un passo avanti rilevante, rispetto alla salvezza ottenuta lo scorso anno. Oltre alla prima squadra, anche la Primavera sta facendo una stagione oltre le aspettative. Reduci da due vittorie contro Padova e Vicenza, i ragazzi di mister Savoldi occupano il terzo posto in Primavera 2 alle spalle delle corrazzate Parma e Como, con i  playoff che sembrano essere ad un passo. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con il responsabile del settore giovanile del Renate Michele Cossa. Queste le sue parole.

Cossa, filosofia Renate e la Primavera

Che importanza  ha per il Renate il settore giovanile? 

“Per noi, la crescita dei giovani e del vivaio è fondamentale. Alla luce del fatto che molti ragazzi, nelle ultime due stagioni, sono stati aggregati alla prima squadra: basti pensare ai vari De Leo, Pellegrino, Ziu e Marchetti”.

Come può un giovane colmare il gap che esiste tra la Primavera e il professionismo?

“Allenandosi con frequenza con i grandi. Lo step che c’è tra la Primavera 2 e la Serie C è minore logicamente rispetto alla Serie B o A. Per questo motivo, un giovane ha più possibilità di mettersi in mostra. Siamo orgogliosi del lavoro che stiamo portando avanti”.

Quali sono le caratteristiche che ricercate in un giovane talento?

“Essendo anche un osservatore, prediligo tempi di gioco e qualità. Ogni giovane ha un proprio percorso di crescita da seguire: molti giocatori hanno un valore tecnico che non si nota subito, ma che esce negli anni”.

I segreti della Primavera

In un territorio competitivo come il vostro, come cercate di fare scouting e anticipare la concorrenza? 

Intanto, mantenendo buoni rapporti con società come Atalanta e Inter, ma anche con le nostre competitor più importanti. In secondo luogo, disponiamo di un’ottima rete di osservatori, presenti tutte le domeniche e solo su tutti i campi”.

Oltre alla prima squadra, anche la Primavera è in piena zona playoff: i segreti di questa cavalcata? 

“Tutto è iniziato con la promozione in Primavera 2. Non nego che il salto di categoria è stato difficile. Dopo la salvezza della scorsa stagione, quest’anno abbiamo costruito una squadra con giocatori funzionali per la categoria. Il segreto è il gruppo, oltre al lavoro svolto quotidianamente da uno staff tecnico di alto livello. Abbiamo la possibilità di competere con realtà di un certo spessore, con mezzi economici diversi dai nostri”.

Condivide la scelta di far diventare il Primavera 1 un campionato U2o?

No, è una decisione che non condivido. Penso che un ragazzo del 2005 debba giocare in prima squadra e non più in Primavera. Capisco le difficoltà di trovare spazio in Serie A o B, ma non nelle serie minori”. 

Seconde squadre e la crescita di Berenbruch

Le squadre U23 sono funzionali al sistema calcio italiano?

Possono servire. La Serie C è la categoria giusta nella quale un giovane può crescere. Dall’altra parte bisogna stare attenti, perchè con tante seconde squadre il rischio è che il campionato di Serie C diventi anomalo”.

Parlando di un ex Renate, come giudica il percorso di Thomas Berenbruch?

Già quando militava nella Tritium aveva delle ottime qualità. Riuscimmo ad anticipare le altre concorrenti e a portarlo al Renate. Successivamente lo segnalammo all’Inter, con Samaden che, dopo averlo visionato da vicino, decise di portarlo a Milano. Stiamo parlando di un ragazzo in orbita prima squadra e che secondo me farà molto bene”.

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