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ESCLUSIVA MP – Parla Porchia, ex direttore del Trapani: “Fallimento ferita aperta; mio calcio era diverso. Pronto per nuova avventura”
Intervenuto ai nostri microfoni, Sandro Porchia ha ripercorso le vicende del fallimento del Trapani e il futuro dei giovani
A riposo forzato, dopo l’esperienza di Trapani, Sandro Porchia ci ha concesso un’intervista esclusiva per approfondire il momento del calcio giovanile e non. Inoltre, gli abbiamo chiesto qualche curiosità sulle sue esperienze passate, sia come dirigente che come calciatore.
Come sta, cosa si prova ad essere disoccupato?
"È tutto molto strano. Viviamo un periodo particolare dal punto di vista della situazione sanitaria globale. Personalmente, invece, per me è la prima volta, da quando ho appeso gli scarpini al chiodo, che mi tocca stare fermo; anche se fermo proprio non sto".
Cosa fa quindi un dirigente senza squadra di questi tempi?
"Si cerca di seguire quante più partite possibili, a volte anche tre gare al giorno di campionati italiani ed esteri. Si prova a vedere tutto per avere un database cercando di scovare e attenzionare ragazzi che si mettono in mostra, in modo da farsi trovare pronto laddove arrivasse una chiamata da qualche società. Per me è la prima volta e poi il fatto di non poter spostarsi per vsionare gli allenamenti nei centri sportivi, o i match dal vivo, penalizza un po'. L'augurio è che tutto ciò passi presto, per tutti".
Ci può ricostruire la vicenda Trapani, in estate è scoppiato il caos; ma cosa è successo veramente?
"Dal momento del passaggio di proprietà, da Petroni a Pellino, io sono uscito di scena; sono stati nominati un nuovo ds e allenatore. I problemi erano già evidenti, come hanno già scritto: i calciatori non si potevano allenare, non potevano essere garantiti i protocolli sanitari, i dipendenti erano allo sbando. In più, non si erano neanche organizzate le trasferte. Per me è stato un periodo brutto, mi fa male solo a ricordarlo".
Ma come è possibile che avvenga tutto questo? Perché si permette l'iscrizione a un campionato di una società che di solido non aveva nulla? Perché non si è monitorato il passaggio di proprietà?
"Queste non sono domande a cui io posso rispondere, ci sono organi preposti con il compito di vigilare su tutto questo. Il perché non lo so; non dovrebbe accadere però… Purtroppo capita. Peccato perché con la Primavera avevamo fatto una stagione da record e in C potevamo ripartire da alcuni di questi ragazzi che si erano messi in mostra, però non è stato possibile; dispiace tanto per me, calciatori, lo staff, ma soprattutto i tifosi". (*Ricordiamo che attualmente il Trapani calcio non riuslta fallito, sono in corso le valutazioni da parte del tribunale sui piani concordati).
Sempre a proposito di Trapani, il rapporto con Giorgio Heller?
"Con il predidente Heller ho avuto un buon rapporto, teneva molto al settore giovanile ed era molto orgoglioso del lavoro che stavamo svolgendo".
Sente più i ragazzi e lo staff del Trapani?
"Sento molto volentieri mister Scurto e il professore Francesco Sicari (rispettivamente allenatore e membro dello staff della Spal Primavera n.d.r.). Rimango in buon rapporti con il mister Salvatore Aronica che sta facendo molto bene con il Savoia Calcio, tra l'altro mia ex squadra. Sento a volte anche ex calciatori avuti nelle mie avventure passate, sia di Trapani che di Palermo".
A propositi di ex Trapani, come mai un calciatore come Riccardo Cataldi, classe 2001, non ha ancora trovato una squadra? Tutta colpa della pandemia, oppure…?
"È strano, perché è un ragazzo dalle qualità importanti. Purtroppo per lui, come per molti altri ex calciatori del Trapani, pesa tanto il discorso pandemia, ma anche le vicende del club granata. Formalmente avevano un contratto con una società di Serie C, dopo il fallimento si sono ritrovati senza una squadra. Evidentemente, a causa della crisi, non è facile investire su un calciatore del 2001. Mi dispiace perché è un ragazzo serio con importanti doti tecniche. Calciatori altrettanto bravi come Filì e Tolomello sono andati al Milan e hanno trovato squadra. Vi dico anche che in molti, nello scorso mercato me l'avevano chiesto, per cui mi auguro e penso che troverà squadra nel 2021".
Chi l'aveva cercato?
"Diversi club di Serie D; ma non solo lui. In molti snobbano questo torneo, ma per me è importantissima per la crescita di un ragazzo. Fare un campionato ad alti livelli in Serie D ti spalanca le porte per il salto tra i professionisti l'anno successivo. L'esempio di molti calciatori che militano nel Palermo è lampante, giovani come Lucca, Peretti e Silipo stanno crescendo e si stanno ritagliando un ruolo da protagonisti. Un anno in Serie D equivale a partire un anno in anticipo perché ci si confronta con calciatori di esperienza che possono vantare presenze in campionati importanti, si ha chiaro il peso dei tre punti, l'agonismo, il piano mentale".
Stop Campionati, che ne pensa Sandro Porchia?
"La salute prima di tutto, se non si riesce a garantire un certo standard di sicurezza è giusto fermarsi. Questo però potrebbe essere un grosso danno per i giovani, essere costretti a stare lontano dalle competizioni li danneggerà tantissimo. In molti sono fermi da febbraio, se si escludono la manciata di partite disputate fin'ora. I giovani hann bisogno di giocare per crescere, solo con l'allenamento è difficile migliorare. Spero che quando ci sarà il nuovo via libera, sia definitivo e non ci si fermi più. Un consiglio? Seguire le indicazioni dello staff delle società e allenarsi tanto, anche da soli. Non mollare mai, soprattutto mentalmente".
Un retroscena di mercato?
"Avevo messo gli occhi su Silipo, ora in forza al Palermo, l'avrei preso a gennaio dello scorso anno per la Primavera. Poi però arrivò la chiamata dei rosanero e scelse di giocare con i grandi".
Quanto è diverso il calcio vissuto da Porchia calciatore, da quello che vive Porchia dirigente?
"Molto diverso, non era un calcio di illusioni. C'erano dei valori differenti: sacrificio, umiltà, rispetto, che a me hanno fatto crescere tantissimo; adesso se ne vedono veramente pochi in giro. Quello che dico sempre ai miei ragazzi è che l'avere certi valori morali può fare la differenza più delle doti tecniche; sono quei valori che non ti fanno mai mollare".
A proposito di valori, in termini economici, le cifre che circolano adesso, soprattutto quelle che riguardano i giovani possono essere fonte di distrazione?
"Nel mercato attuale girano cifre forse esagerate. Ragazzi che escono da settori giovanili di grandi società che guadagnano tanto".
Se ci fosse una proposta per abbassare i costi, gli ingaggi soprattutto, sarebbe d'accordo?
"Ne discuterei, si. Abbassare certi stipendi potrebbe giovare a tutti, società ma anche calciatori. Spesso alcuni preferiscono restare in Primavera, dove paradossalmente si guadagna di più, rispetto a un'esperienza in un campionato di D".
Cosa chiede Porchia al 2021?
"In primis la definitiva sconfitta del Covid-19 e un ritorno alla normaita; per tutti. Per quel che riguarda me, auspico un serio progetto, indifferentemente tra calcio professionistico o settore giovanile".
*Fonte foto: Trapani Granata
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