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Alle origini di Comuzzo, Sorrentino (Tricesimo): “Mi commuovo, l’ho visto crescere. Vi racconto Pietro”

Antonio Sorrentino, presidente del Tricesimo, ha visto crescere Pietro Comuzzo e ne ha parlato raccontando il classe 2005 della Fiorentina.

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Comuzzo Fiorentina
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Voce tremolante, un pizzico di commozione e tanto orgoglio nel cuore, queste le sensazioni di Antonio Sorrentino – presidente del Tricesimo calcio – nel ripercorrere la piccola grande esperienza di Pietro Comuzzo (ai tempi giovanissimo) nel club friulano. Portare alla luce delle emozioni così forti, da parte di un addetto ai lavori – ottantuno primavere per il Presidente – che di calcio ci ha vissuto – dovrebbe rispolverare quella genuinità che non sempre troviamo sui rettangoli verdi.

Sorrentino, alle origini di Comuzzo: le parole del presidente

La stessa genuinità con cui Antonio ricorda gli inizi e l’esperienza di Pietro e del gemello Francesco nella sua società: “Erano piccolissimi, i gemelli Comuzzo, ed erano entrambi da noi. Dei due bambini, chi mostrava più doti non era Pietro ma Francesco. Probabilmente perché il fratello mostrava più fisico ed era più sviluppato, quindi un po’ avvantaggiato rispetto agli altri. Tutti pensavano a lui. Mi piaceva, ma  personalmente, avevo notato in Pietro qualcosa di più. Non aveva tanto fisico, però sotto l’aspetto tecnico mostrato, io mi accorgevo che aveva una dote”. L’esperienza, l’ha sicuramente aiutato: “Io vado su per 35 anni di Presidenza, ne avevo visti di ragazzi e quindi notavo che ci fosse qualcosa in lui. In entrambi in realtà, infatti avendo l’Udinese a 10 km sono stati notati tutti e due. E tutti e due, perché viaggiavo in coppia, sono andati nel loro settore giovanile”.

Sorrentino e il percorso di Pietro

Dopo i quattro anni circa nel Tricesimo quindi, arriva la stagione all’Udinese poi quella al Pordenone. Fino ad arrivare a quella che a oggi è la casa di Pietro, la Fiorentina e la nostra nazionale. Sorrentino: “Il mio scopo da quando ho cominciato a fare il presidente, è sempre stato quello di portare alla luce i ragazzi. Soprattutto per loro, non tanto per le società. Abbiamo sempre lavorato in questa funzione qua. Per quello, oggi come oggi, vederlo in nazionale per me è un’emozione enorme”.

E ancora: “Ogni volta che ne parlo mi commuovo. Vedere il ragazzino che arriva dalla scuola calcio di 5-6 anni, e vederlo in Serie A o chiamato da Spalletti in nazionale, è un’emozione. Quindi credo, insieme alla società, di aver lavorato bene. Quando ai tempi ho saputo della Fiorentina e poi dell’esordio mi ha reso fiero. Parlando anche con gli amici che giocavano con lui, tante volte al bar oppure in giro per le partite, si apre l’argomento. Anche loro riconoscono che sia una cosa che rende felice tutti”.

Il presidente poi, si sofferma sui valori che ha cercato di trasmettere a Pietro, Francesco e tutti i loro giocatori: Noi puntiamo molto sui nostri tecnici. Oltre a curare tutto l’aspetto tecnico, loro pensano al valore umano dei ragazzi che in questo modo non pensano solo alle vittorie. Ci siamo sempre distinti per questo. Quando notiamo che nell’allenatore ci sono certi aspetti speciali, noi li teniamo stretti per anni. Guardiamo l’educazione, il rispetto tra i ragazzi, il rispetto per la e le società.

Comuzzo, i valori della famiglia e l’augurio per il futuro

Che Comuzzo oggi si differenzi in campo per la sua maturità calcistica e personale è risaputo, cosa che il presidente gli attribuisce fin dai primi anni, facendo un punto sulla sua famiglia: “Nel gruppo, anche se da piccolissimo, non ha mai dimostrato superiorità verso gli altri. La sua forza è stata anche la famiglia per bene, i suoi genitori sono sempre stati con i piedi per terra e non si sono mai montati la testa. Il padre era anche allenatore di settore giovanile e insieme alla mamma erano sempre presenti a tutte le partite, anche gli allenamenti da esterni. Il padre dava una mano nel nostro settore”. Con commozione Antonio inoltre ricorda mamma Sabrina, venuta a mancare a inizio del 2023, per cui Pietro e Francesco non smettono neanche un secondo di esternare devozione e il proprio amore.

Per l’ultima domanda, lasciamo la palla al Presidente per un augurio a Comuzzo, che nuovamente a cuore aperto, con la voce tremolante dice a Pietro: “Mi continuo a emozionare così però! Oggi come oggi in realtà, avrei poco da dire. Abbiamo già parlato a lungo. In più, in ogni intervista che fa, si ricorda sempre della nostra società. Gli faccio solamente un grande in bocca al lupo per la sua carriera.. e che faccia un bellissimo percorso anche in nazionale”.

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