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Cannarsa, Daniel sulle orme di papà Juriy: “Mio figlio pensa da professionista, Pisa realtà giusta. Giovani? Manca programmazione”
Ai microfoni di MondoPrimavera, Juriy Cannarsa ha parlato della crescita di suo figlio Daniel, tra i protagonisti del Pisa Primavera.

Tale padre tale figlio. Impara l’arte e mettila da parte, si dice a chi vuole apprendere un mestiere. Nel calcio, sono tanti i figli d’arte che hanno scelto di seguire il percorso del papà. Con o senza successo. Uno di questi è Daniel Cannarsa, centrocampista del Pisa Primavera. Leader e capitano, ha collezionato fino a questo momento 3 reti in 25 presenze in Primavera 2. Leader e punto fermo dello scacchiere di Innocenti, il classe 2006 vuole trascinare i nerazzurri ai playoff di Primavera 2. Un obiettivo non semplice, ma possibile a sole due giornate dal termine della regular season. Un ragazzo che anche fuori dal campo sembra avere le idee chiare: “Si è diplomato con un anno di anticipo e adesso si sta dedicando allo studio dell’inglese”. Noi di Mondoprimavera abbiamo intervistato il padre di Daniel, Juriy Cannarsa. Allenatore ed ex difensore, in carriera ha vestito le maglie tra le altre di Livorno e Pescara, giocando per tanti anni tra Serie A e Serie B. Con lui, abbiamo parlato della crescita che sta avendo suo figlio e non solo.
Cannarsa, di padre in figlio
Da ex giocatore, che effetto le fa vedere suo figlio ripercorrere le sue orme?
“All’inizio non pensavo che potesse avere questa indole. Daniel fa tanti sacrifici e mi fa piacere vederlo così impegnato. Il mio passato da calciatore lo ha spinto a decidere di intraprendere questa strada. Sono soddisfatto del percorso di mio figlio”.
In questa stagione è diventato uno dei punti fermi della Primavera: in cosa è cresciuto?
“Ha fatto diversi passi in avanti, sia da un punto di vista fisico che calcistico: ha preso consapevolezza dei propri mezzi. Inoltre, reputo che il lavoro svolto insieme a mister Innocenti e il suo staff lo abbiano fatto maturare”.

Daniel Cannarsa Credit: Ufficio Stampa Pisa Sporting Club.
In campo, quali sono le sue caratteristiche principali?
“Un centrocampista non appariscente. Le sue qualità principali sono l’inserimento e un’ottima fase difensiva. In Primavera viene impiegato come mediano, anche se a mio parere potrebbe fare bene anche come mezz’ala. Ovviamente è solo una mia opinione personale”.
Pisa e il punto di forza
Pisa è la realtà giusta in cui suo figlio può crescere?
“Assolutamente sì. Daniel è arrivato a Pisa 5 anni fa e ha trovato sin da subito un ambiente positivo e che punta sempre a migliorare. Il settore giovanile del Pisa è cresciuto tanto. Mio figlio è riconoscente al responsabile del vivaio Dante Lucarelli e a tutta la società per il percorso che sta facendo”.
Che ragazzo è fuori dal campo?
” Serio e con pochi fronzoli per la testa: ha una mentalità da professionista. Dopo essersi diplomato in anticipo, quest’anno si è dedicato all’apprendimento dell’inglese. Inoltre, vorrebbe intraprendere anche un percorso universitario”.
Giovani, Italia e confronto con l’estero
Come mai all’estero i 2005 o 2006 giocano stabilmente con i grandi, mentre in Italia no?
“Tutto nasce dal fatto che all’estero gli errori hanno un peso minore. Ragionano meno. In Italia invece, dopo un errore, un giovane viene messo subito in discussione. L’altra differenza è legata alla programmazione. Tante società europee investono sulla crescita dei giovani, con l’obiettivo in un secondo momento di monetizzare da una loro eventuale cessione. Da noi invece, il risultato della squadra ha un peso maggiore rispetto alla crescita dei singoli”.
A suo parere, per un ragazzo, è più formativa la Serie D o il campionato di Primavera 1?
“Dipende dai contesti. Il Primavera 1 è una bella vetrina dove mettersi in mostra. In Serie D , pur non trattandosi di un campionato professionistico, un giovane ha l’opportunità di misurarsi con calciatori esperti. Ognuno ha il suo percorso da seguire”.
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