Esclusive
Alle origini di Camarda, D’Amaro: “All’esordio ho avuto i brividi”
Il racconto del primo allenatore del classe 2008 ai tempi dell’Afforese
15 anni e 259 giorni per stabilire un nuovo record: quello di esordire in Serie A. Francesco Camarda nella giornata di sabato 25 novembre è entrato nella storia del calcio italiano e del Milan. Pioli ha deciso di mandarlo in campo nel finale della sfida contro la Fiorentina per concedergli la gioia e l’emozione della prima volta. Giovane ma con tanto talento e questo ne ha sempre avuto sin da piccolo. Per scoprire le sue origini e suoi primi passi nel calcio siamo andati all’Afforese, primo società in cui il classe 2008 ha avuto modo di iniziare a toccare il pallone. 5 anni, una stagione e poi la chiamata del Milan. A raccontarlo ai microfoni di Mondoprimavera.com è stato Massimo D’Amaro, il primo allenatore di Camarda in quegli anni.
D’Amaro, alle origini di Camarda
Anche se è passato un po’ di tempo, che ricordo ha di Camarda?
“Come tutti i bambini sognava di diventare un calciatore e i sogni a volte si avverano. Un bambino sempre educato e con una voglia matta di giocare a calcio. Era sempre presente al campo: ai suoi allenamenti o a quelli del cugino. Sempre con il pallone tra i piedi. Era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare a casa. A volte dopo l’allenamento ci fermavamo e facevamo qualche esercizio individuale. Era il suo mondo”.
Anche se il periodo passato all’Afforese è stato breve, si può comunque considerare intenso? Pensa che comunque sia servito per la crescita del giovane?
“Con noi è stato poco più di un anno e aveva appena 5 anni. Il mio motto è testa, cuore, piedini. Speriamo sempre di contribuire alla crescita di ogni bambino che viene al nostro campo e che calpesta quel terreno di gioco. I bambini sono li per inseguire un sogno”.
Anche se a quell’età è difficile tratte delle conclusioni, si vedeva già qualcosa? Si potevano già intuire le qualità di un giovanissimo? Si sarebbe aspettato questo traguardo ed in così poco tempo?
“Era evidente che era più avanti di tutti gli altri bambini anche se aveva solo 5/6 anni. Ogni partita faceva 4/5 gol e bisognava toglierlo o cambiargli ruolo per permettere a tutti di toccare il pallone. Non credevo potesse debuttare in serie A così presto, però ci ho sempre sperato tant’è che ho conservato il cartellino di quando aveva 5 anni. Aveva le potenzialità: e di bambini ne ho visti tanti in 15 anni. Sono contento che ci sia arrivato e spero che possa continuare nel suo percorso e diventare una bandiera. Anche se per me, visto quello che ha fatto, lo è già”.
Camarda e l’emozione di D’Amaro
E’ rimasto in contatto con il giocatore? Ha continuato a seguirlo anche da lontano durante il suo percorso di crescita? E soprattutto, cosa ha pensato/provato al momento dell’esordio in serie A?
“Si lo sento qualche volta e ho seguito il suo percorso. Quando raccontavo agli amici del fantacalcio di Francesco, c’era sempre una vena di ironia ma io ci ho sempre creduto e sperato. Quando ha esordito e tutto lo stadio cantava il suo nome, ho avuto i brividi anche io. Non capita spesso di sentire e vivere storie come questa. E quando è entrato, quel sorriso e quello sbuffo, mi hanno fatto tornare alla mente il Francesco che entrava in campo emozionato, spensierato e con la voglia di segnare. Per un mister è fantastico”.
Si ringrazia Massimo D’Amaro per la disponibilità dell’intervista e delle foto concesse
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook