Chievo Verona
Chievo, parla Mandelli: “Le strutture sono fondamentali per la crescita dei giovani”
Le parole dell’allenatore della Primavera gialloblu
Paolo Mandelli, allenatore della Primavera del Chievo, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Giovane Italia, affrontando diversi temi interessanti. Di seguito, alcuni stralci delle sue dichiarazioni, partendo dal suo pensiero sulla sospensione definitiva del campionato Primavera: "Dal punto di vista calcistico eravamo in una situazione deficitaria, ma speravamo di rimettere le cose a posto. Tuttavia si tratta di un evento straordinario, perché dal dopoguerra in poi non era mai successo nulla del genere e siamo rimasti tutti spiazzati. Credo sinceramente fosse molto difficile pensare di riprendere adesso, troppo complicato far rispettare i protocolli sanitari anche alle giovanili. Questo, unito comunque alle difficoltà delle trasferte, rendeva impossibile pensare di riprendere".
Sulla realtà Chievo nel suo complesso, con un occhio di riguardo nei confronti delle strutture: "Il Chievo, da un punto di vista logistico e organizzativo, è veramente una società spettacolare e merita di tornare in Serie A. Pochissimi club di questo livello possono vantare ben due centri sportivi a disposizione per le giovanili e la prima squadra. Questo per esempio consente a me e ai miei ragazzi di rimanere sempre a contatto con la prima squadra. E' un aspetto fondamentale, non solo per delle questioni di gioco, ma anche da un punto di vista umano: da una parte i ragazzi possono apprendere da calciatori formati e professionisti, dall'altra si crea unità e spirito di condivisione con la prima squadra. Delle volte noi in Italia pensiamo di essere meno bravi degli altri sui settori giovanili, ma io credo che a differenziarci siano le strutture e le organizzazioni, non gli aspetti tecnici. Penso per esempio al settore scolastico, dove siamo meno tutelati rispetto agli altri paesi, ma penso che un salto in avanti sia possibile. Il gap ce l’abbiamo a livello di strutture e di organizzazione, ma finché si parla di gioco in Italia non c’è niente da invidiare agli altri paesi" ha concluso Mandelli.
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