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Roberto Mancini e il primo provino al Bologna: “Fatto di nascosto. Ero rassegnato, però…”

Intervistato da Il Giornale, Roberto Mancini ha svelato l’aneddoto sul suo primo provino effettuato con il Bologna.

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Roberto Mancini

Roberto Mancini è stato uno dei calciatori italiano con maggiore talento che abbia giocato con la Serie A e con la maglia della Nazionale italiana. Nel corso di una lunga intervista rilasciata a Il Giornale, l’ex ct dell’Italia campione d’Europa nel 2021 ha parlato del suo primo provino con il Bologna.

Roberto Mancini e il suo primo provino con il Bologna: la storia

“Il provino è stato fatto di nascosto da mia madre. Lei doveva andare dal dentista, mio padre è venuto a sapere del provino e con una scusa ha portato anche a me a Bologna. Siamo andati a Casteldebole. Mi avevano tolto per nascondermi. Non volevano che gli osservatori di altre squadre mi vedessero. Il provino era andato benissimo, avevano deciso di prendermi dopo neanche mezz’ora di gioco. Però tornammo a casa rassegnati, senza dire niente a mamma”.

Dopo un mese arrivò la telefonata del Bologna: “Prepara le valigie perché deve trasferirti, una felicità che non dimenticherò mai”.

Contro il Cagliari l’esordio in Serie A, poi la rete contro il Como: “Ancora non avevo 17 anni. Arriva una palla filtrante: esce il portiere, che mi pare fosse Giuliani, e io mi trovo faccia a faccia con lui. Decido di tentare il numero. Faccio il pallonetto. E vedo la palla che scavalca Giuliani, e poi seguo la traiettoria e la vedo entrare in porta e gonfiare la rete. E’ stata un’emozione, ho salvato la panchina di Burgnich. Da lì sono diventato titolare, ho segnato 9 gol alla fine”.

Sul primo stipendio inaspettato: “Il primo stipendio non se lo aspettava: «Dopo il primo mese mi chiamano e mi danno 40.000 lire. Ricordo che io chiesi: “Perché mi date 40.000 lire?”. Loro mi risposero che era un rimborso spese. Io dissi: “Ma perché, ci pagate per giocare a pallone?”. Era il 1978. Non riuscivo a capire perché mi pagassero per divertirmi”.

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