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Nazionali Giovanili

Viscidi: “L’U17 ha vinto con il gioco. In Italia tanti stranieri mediocri”

Le parole del coordinatore delle Nazionali giovanili azzurre

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Il recentissimo successo della Nazionale U17 azzurra all’Europeo di categoria ha fatto tornare nuovamente alla ribalta l’Italia nel panorama calcistico mondiale. Dopo l’affermazione dell’U19 all’Europeo di un anno fa, e il secondo posto dell’U20 nel Mondiale, gli azzurrini hanno conquistato un altro trofeo, mostrando ulteriori importantissimi segnali di crescita del movimento. Dei progressi e delle prospettive del nostro calcio ne ha parlato Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali giovanili maschile dell’Italia. Il dirigente ha affrontato molti temi: dal metodo di lavoro delle Nazionali, ai pochi giovani lanciati in Serie A, all’utilità delle seconde squadre, fino al possibile futuro di Camarda e altri giovani dell’U17. Di seguito le dichiarazioni di Viscidi sulle colonne della Gazzetta dello Sport.

I segreti dietro ai successi azzurri

Cosa c’è dietro? Continuità, lavoro sinergico e un luogo comune abbattuto: con noi Italia non vuole più dire difesa e contropiede. Non è la strada per migliorare i ragazzi. Se vinci un Europeo sei contento, se lo vinci giocando come ha fatto l’Under 17 l’orgoglio della prestazione va oltre la vittoria. 

Maurizio Viscidi

Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali giovanili dell’Italia

Pochi giovani lanciati 

In primis c’è un problema metodologico: alleniamo i calciatori a un calcio ignorante, povero, a essere solo esecutori di schemi. Concediamo al talento di non correre mentre dobbiamo creare giocatori che facciano tutte le fasi ad alta intensità. Non mi piace che i giovani stiano spesso in prima squadra come sparring partner e non per crescere. Tanti stranieri? Spesso mediocri, anche nelle giovanili. Non so perché li prendiamo, forse non siamo in grado di riconoscere il talento. E attenzione: all’estero peggiorano. Internet, videogames e smartphone sono ovunque. Ai tempi di Baggio, Totti e Del Piero bastava dare un po’ di organizzazione e il gioco era fatto. Oggi dobbiamo lavorare in maniera individuale per ridare ai ragazzi il calcio da strada. 

Il pensiero di Viscidi su Camarda, Liberali e Mosconi

Camarda, Liberali e Mosconi puntano sempre l’avversario. Se da qui a 4 anni li vedremo giocare solo a due tocchi spalle alla porta, vorrà dire che con loro avremo sbagliato a lavorare. Squadre B? Aiutano, accompagnano il talento all’interno dello stesso sistema e della stessa idea. Dalla Primavera ai pro il salto è troppo grosso. Se, ad esempio, Liberali andasse in prestito in un club da palla lunga e pedalare finirebbe in panchina. Uno così deve giocare palla a terra. 

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