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Juventus, Di Gregorio e i ricordi del passato: “Il calcio giovanile genera false speranze”

Michele Di Gregorio, portiere della Juventus, ha parlato a La Repubblica dove si è raccontato tra Inter, i bianconeri e la Primavera.

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Di Gregorio Juventus
Di Gregorio Juventus

Ogni anno migliaia di giovani in Italia inseguono il sogno di diventare calciatori professionisti, attratti dall’idea di trasformare la propria passione in un lavoro. Tuttavia, il percorso che porta alla serie A, o qualsiasi altro campionato di alto livello, è segnato da difficoltà, sacrifici e da una realtà dura e di cui si parla poco. La competizione feroce, la pressione psicologica e l’incertezza di un futuro nel professionismo lasciano molti aspiranti calciatori a confrontarsi con aspettative infrante.

Farsi notare nei settori giovanili è difficile, la concorrenza è tanta Allo stesso tempo però, le grandi squadre sono molto selettive e di conseguenza la meta dei giovani risulta spesso ancora più lontana, causando a volte problemi di autostima che influiscono sull’andamento calcistico. A parlare di questa realtà è Di Gregorio, che con le sue esperienze ci mostra come vanno davvero le cose.

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La realtà spiegata da Di Gregorio:

La prima delusione in primavera con l’Inter: “Dopo aver vinto lo scudetto Primavera con l’Inter pensavo di essere già pronto per la B, invece arrivavano offerte solo dalla C. Ho dovuto analizzare a 360°, non agire di impeto e convincermi che non mi stavo sminuendo. Mi sono detto: se queste sono le offerte, questo è il mio valore. Ho avuto bisogno di fare uno step alla volta”.

Al Pordenone c’è stato un momento negativo: “C’è stato un momento in cui qualcuno ci ha creduto più di me. A Pordenone, per esempio, mi ero sottostimato, dopo essermi sovrastimato a 19 anni. Il calcio giovanile genera false speranze. Se sei nella Primavera dell’Inter ti credi già giocatore, hai gli sponsor, le comodità, ti sembra tutto già fatto. Anch’io ero andato oltre, ma sono stato bravo a tornare indietro”.

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