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Juventus-Napoli, le pagelle dei bianconeri: Rouhi lascia tutti a piedi, Yildiz versione Pinturicchio

Le pagelle della squadra di Montero

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DAFFARA 6: Para il parabile, nella lotteria dei rigori non si erge come protagonista.

TURCO S. 6,5: Che sia a destra o a sinistra gioca con scioltezza e brillantezza, vera e propria soluzione di gioco per i suoi in alcuni frangenti (dal 68′ MORUZZI 5,5, in una delle primissime gara della stagione mette anima e corpo, manca, però, il suo apporto in fase offensiva).

DELLAVALLE 6,5: Uomo d’area difensiva, non commette errori.

CITI 6,5: Con lui a protezione della porta il Napoli riesce a segnare solo da fuori area, guida la linea arretrata.

ROUHI 5: Dà il là al gol del vantaggio con un’accelerazione detonante a spaccare il campo, poi con una leggerezza condanna i suoi ad una gara di sofferenza con un uomo in meno.

MARESSA 6: Gioca in almeno 3 posizioni diverse all’interno della partita, sembra stanco da fine primo tempo ma, in qualche modo, arriva a calciare il rigore con grande lucidità

RIPANI 5,5: Meno in controllo della sfera e meno coinvolto del solito nel palleggio (dal 46′ DORATIOTTO 5,5, mai effettivo all’interno della gara, sfortunato in occasione del rigore sbagliato)

NONGE 7: La sua qualità è un oasi nel deserto in tutti i momenti della partita, a maggior ragione con l’uomo in meno (dal 76′ PISAPIA 6,5, impatta bene nel match sia sul piano fisico che tecnico)

HASA 6,5: Diversi guizzi tra la trequarti, è lui spesso a mandare i compagni alla conclusione. Sacrificato per aggiungere un difensore in più in 10 (dal 46′ DOMANICO 6; tradito dall’emozione sbaglia il penalty, ma lascia buone sensazioni durante la gara).

YILDIZ 7,5: Gol e qualità sgorgante dal suo lato, quando ha spazio di agire dalla sinistra è letale, il gol è una perla (dal 68′ TURCO N. 6, gli si chiede uno sforzo gigantesco, batte qualche colpo).

MANCINI 6: Marcato da Nosegbe fa molta fatica, ma nel secondo tempo tiene botta e ricicla diversi palloni sull’esterno (dal 94′ ANGHELE’ 6, la brillantezza dalla panchina fa parte del suo essere giocatore, Montero poteva pensarci prima forse).

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