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Atalanta, Samaden: “U23 preziose per mantenere i giovani nel club”

Le parole del responsabile del settore giovanile orobico

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Samaden

Tra i tanti ospiti presenti al Festival della Serie A, in corso di svolgimento in questi giorni a Parma, anche Roberto Samaden ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti presenti. Il responsabile del settore giovanile dell’Atalanta ha avuto l’occasione di soffermarsi sull’importanza delle seconde squadre, al termine della prima stagione vissuta dall’Atalanta U23 nel campionato di Serie C. La formazione orobica è stata una delle grandi sorprese della stagione, conclusa al quinto posto in classifica con conseguente partecipazione ai playoff per la promozione in Serie B. Il cammino dei nerazzurri si è fermato al 1° turno della fase nazionale per mano del Catania, che ha eliminato l’U23 dei bergamaschi in virtù del miglior piazzamento nella fase regolare del campionato. 

Le parole di Samaden sull’Atalanta U23 

Intervenuto sul palco al Festival della Lega Serie A, Samaden ha affrontato molti temi riguardanti i giovani. Soffermandosi, appunto, sull’Atalanta U23 e su giovani come Bonfanti e Palestra (che interessa ad altri club). Di seguito le sue parole, riprese dall’inviato di MondoPrimavera.com presente all’evento. 

Posso parlare di Bonfanti, che ha esordito in Serie A, ma anche di Palestra. Dico che ci sono giocatori che, tenendoli all’interno del club, possono avere dei vantaggi e intraprendere un percorso positivo. A volte per i giocatori non devi sbagliare il percorso: può capitare, magari, che vai in una squadra in prestito e ti perdi. Avere la seconda squadra invece ti permette di tenerli maggiormente sotto controllo e di valutarne i progressi. Se l’Atalanta non avesse avuto la seconda squadra, magari Bonfanti oggi non sarebbe il giocatore che è attualmente”.

Bonfanti dell'Atalanta

Bonfanti con l’Atalanta – MARTINA CUTRONA

L’esempio di Di Gregorio e l’idea di allenamento

Nel prosieguo del suo intervento sul palco, Samaden ha fatto un esempio risalente ai suoi trascorsi nell’Inter, parlando poi dei metodi di allenamento che vorrebbe fossero applicati ai bambini della scuola calcio. 

Faccio l’esempio di Di Gregorio, perché ai tempi dell’Inter c’ero ed è un giocatore e una persona al cui sono affezionato. Ecco, posso dire che se l’Inter avesse avuto già allora la seconda squadra, oggi magari lo avrebbe come portiere della prima squadra, perché lo avrebbe mantenuto nel suo contesto. Questi sono rischi che si corrono non avendo una formazione U23. L’allenamento dei giovani? Vorrei che a fine allenamento un ragazzino potesse dire se si è divertito oppure no, attraverso un’applicazione. Dai 6 ai 12 anni il gioco deve essere preponderante, con allenatori capaci di far divertire. Penso che questo sia il modello di cui abbiamo bisogno in Italia.
 

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