Donadoni: “Un tempo c’erano soltanto tre stranieri… ora è il contrario”

Roberto Donadoni ha parlato a Radio Anch’Io Sport su Radio Rai di un tema che sta creando tantissimo dibattito. Gli stranieri nel calcio italiano e la difficoltà di trovare giovani italiani bravi da inserire nel contesto nazionale. Per questo l’allenatore ha fatto una panoramica generale facendo anche un paragoni con i suoi tempi, quando gli stranieri in campionato erano massimo tre. Di seguito le sue parole e il link per riascoltare l’intervento del tecnico anche su altri temi.

Donadoni sull’Italia e gli stranieri nel calcio italiano

Sulla vittoria dell’Italia con la Francia in Nations League: “I giovani, coloro che hanno esordito dall’inizio, hanno dato subito una risposta positiva, soprattutto di freschezza, questa è la cosa più importante. In Nazionale è fondamentale riuscire a creare un certo tipo di ambiente: i giocatori si vedono saltuariamente e creare all’interno del gruppo questa alchimia diventa decisivo per arrivare a certi risultati. La Nazionale deve essere vissuta in questo modo: spesso e volentieri si avvertiva quasi l’impegno in Nazionale come un qualcosa di troppo e di più, non può essere così. Quando si indossa la maglia azzurra, si deve sentire sempre l’emozione e la pelle d’oca”.

LE PAROLE DI DONADONI SU RADIO ANCH’IO

Sui giovani, gli stranieri e la Primavera: “Deve cambiare la politica all’interno dei club. Ai miei tempi c’erano un massimo di tre stranieri. Nel nostro Milan avevamo i tre olandesi con cui qualcosa abbiamo vinto, e poi tutto il resto della squadra era italiano. Ora è esattamente il contrario. Bisogna avere la voglia di investire sui vivai, sui giovani e dar loro la possibilità di giocare. Ci sono squadre con ottimi vivai, l’Atalanta per esempio è una di queste. Ma anche le squadra Primavera ormai hanno in squadra 7-8 stranieri”.