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Meteore – Che fine ha fatto… Andrés Llamas Acuña: dal Milan ai due anni senza calcio

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Andres Llamas Acuna

Per i tifosi del Milan e per gli appassionati di calcio giovanile, sarà certamente impossibile non ricordare il nome di Andrés Llamas Acuña. Nato il 7 maggio 1998 a Milano, il calciatore italo-spagnolo seppe distinguersi e farsi apprezzare notevolmente dagli addetti ai lavori durante i suoi trascorsi nel vivaio rossonero. Nonostante le sue origini straniere, Llamas è stato inoltre uno dei punti fermi delle Nazionali giovanili italiane. Ha infatti vestito le maglie azzurre per molti anni, dall’U15 all’U20. E poi? Che fine ha fatto Andrés Llamas? Ve lo raccontiamo in questa puntata di “Meteore”, la rubrica a cura di MondoPrimavera.com. Un appuntamento fisso, dedicato alle promesse che hanno saputo abbagliare tutti nella prima fase della carriera, per poi spegnersi nell’anonimato strada facendo.

Carriera nel Milan e Nazionale

Llamas è entrato a far parte delle giovanili del Milan in giovanissima età e ha continuato a svilupparsi e crescere attraverso i vari livelli del settore giovanile. La sua capacità di giocare sia come terzino sinistro che come difensore centrale lo ha reso un giocatore versatile e prezioso per le squadre giovanili del club. Con la logica conseguenza, che è stato uno dei titolari con tutti gli allenatori che lo hanno avuto a disposizione. Da pilastro della difesa rossonera, Llamas aveva conquistato anche la fascia di capitano dell’Italia U17. Una formazione di livello, in cui militavano anche, tra gli altri, Gianluigi Donnarumma, Manuel Locatelli e Gianluca Scamacca. Con gli azzurrini collezionò ben 24 presenze, riuscendo a dare un importante contributo anche in zona gol. Lo testimoniano bene le 7 reti messe a segno con la squadra guidata ai tempi da Bruno Tedino.

Erano gli anni tra il 2015 e il 2018, il periodo della carriera professionale di Llamas in cui tutto sembrava procedere per il verso giusto, nella direzione di un futuro brillante da calciatore destinato a grandi palcoscenici. Nonostante un’operazione a una caviglia nell’estate del 2016, il terzino italo-spagnolo divenne uno dei titolari inamovibili della Primavera del Milan, con la quale scese in campo in ben 61 partite nell’arco di tre stagioni. Un Milan che, d’altro canto, credeva molto nelle potenzialità del giovane difensore. Llamas venne infatti blindato nel 2017 con un contratto di durata triennale con scadenza nel giugno 2020. Una strada spianata verso la prima squadra, per seguire le orme di quel Mattia De Sciglio, un prodotto del vivaio rossonero giunto fino alla prima squadra, che rappresentava il modello da seguire per il giovane Andrés. Ma le cose non andarono proprio così.

Le esperienze in C e l’addio al sogno Milan

Concluso il percorso nel settore giovanile, per Llamas avrebbero duvuto aprirsi le porte della prima squadra, ma il Milan ritenne opportuno spedirlo in prestito per permettergli di giocare con continuità per una stagione, prima del ritorno in rossonero. A battere la folta concorrenza per prelevarlo a titolo temporaneo fu la Pistoiese, che nell’agosto del 2018 lo accolse in Toscana. Durante il suo primo anno in maglia arancione, Llamas si fece apprezzare per la sua fisicità e il suo mancino delicato, pur senza brillare particolarmente. Furono 22 le presenze complessive messe a referto a Pistoia, la maggior parte spezzoni a partita in corso.

E qui, probabilmente, le sue speranze di un futuro ai vertici del calcio italiano si spensero definitivamente. Rientrato al Milan per il termine del periodo di prestito, il club rossonero dimostrò infatti di non credere più nel suo potenziale. La società scelse di cederlo a titolo gratuito alla Pistoiese nonostante un contratto ancora in essere per un ulteriore anno. Forse demoralizzato per la mancanza di sfiducia da parte del club che lo aveva formato e visto crescere, Llamas disputò una seconda stagione in Toscana caratterizzato da un costante calo nelle prestazioni, finendo anche relegato al ruolo di riserva nella parte finale della stagione. Confermato in rosa anche per la stagione 2020/2021, il giovane difensore divenne sempre più marginale nella squadra arancione. Da lì, arrivò la decisione di cambiare aria durante il mercato invernale, dopo aver messo insieme soltanto 5 presenze nella prima parte del campionato. Il Carpi gli regalò una speranza di rinascita, ma fu soltanto una breve illusione. In biancorosso, dopo alcune apparizioni in campo, Llamas collezionò ben nove panchine consecutive, prima di riapparire nelle ultime gare della stagione, giocando quattro partite (di cui tre perse) al centro della retroguardia degli emiliani.

Lo svincolo, la Serie D e l’oblio

Ma la parabola discendente di Llamas non era ancora finita. Il Carpi non riuscì infatti a iscriversi al successivo campionato di Serie C, perdendo di conseguenza tutti i propri tesserati, che si svincolarono dalla società biancorossa. Il calcio, lo sappiamo bene, ha la memoria breve. Fino a poche stagioni prima, Llamas era una delle stelline dei campionati giovanili e delle Nazionali Under azzurre e nell’estate del 2021, a soli 23 anni di età, il suo cartellino era disponibile a costo zero. Eppure, nessun club bussò con decisione alla sua porta, che rimase chiusa fino all’arrivo dell’inverno. A febbraio accettò infatti la corte della Casatese, scendendo per la prima volta nella sua giovane carriera tra i dilettanti.

Fu un’esperienza fallimentare, caratterizzata soltanto da panchine e da due misere apparizioni in campo, della durata di un minuto ciascuna. Dopo un addio senza rimpianti alla Casatese, dal giugno 2022 Andrés Llamas Acuña non ha mai più giocato a calcio. Una delle stelle più brillanti del settore giovanile rossonero si è pian piano spenta, dando l’ennesima dimostrazione delle enormi difficoltà che molti calciatori incontrano quando giunge il momento del salto dai settori giovanili al mondo del professionismo. Quale sarà il futuro dell'(ex?) difensore? L’augurio che rivolgiamo a Llamas, che come ogni ventiseienne dovrebbe essere nel pieno della propria attività agonistica, è di cogliere presto un’occasione che gli permetta di tornare a fare ciò che, da giovanissimo, ha saputo dimostrare di saper fare bene: giocare a pallone. E magari, ritrovare così anche il sorriso.

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