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Abodi sul calcio italiano: “Non esistono formule magiche. Seconde squadre? Vanno ridefinite”
Il calcio italiano ha bisogno di essere riformato. Non è di certo una novità, considerati i risultati dell’ultimo Europeo. In tal senso, molti degli addetti ai lavori si stanno dividendo sulle possibili cause del “crollo” del nostro sistema. Per alcuni, la colpa è anche delle Istituzioni, le quali da diversi anni hanno smesso di investire sui settori giovanili e sulle strutture. Per altri invece, i giovani italiani hanno meno talento e meno coraggio rispetto a qualche anno fa. In un’intervista rilasciata a La Verità, Andrea Abodi, ministro dello sport, ha parlato delle possibili soluzioni per poter rilanciare il calcio italiano.
Abodi, i giovani e le seconde squadre
Abodi ha esordito parlando in primo luogo delle possibili riforme da adottare per i settori giovanili: “Non esistono formule magiche. Sul piano tecnico, mi aspetto molti cambiamenti a livello di protocolli formativi, per le scuole calcio e un anticipazione anagrafica per il campionato Primavera”. Il ministro ha parlato anche delle U23: “Mi aspetto una redifinizione degli organici delle seconde squadre, con meno fuoriquota e più giovani italiani e una più chiara missione sportiva affidata alle Leghe e ai rispettivi campionati. E vorrei si apprezzasse di più il talento dei singoli calciatori, troppo spesso sacrificato sull’altare degli schemi, che tolgono l’anima al calcio. Sono tutte cose che all’estero hanno già fatto: dobbiamo solo avere l’umiltà di imparare, contestualizzare e applicare. Per poi ripartire”.
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