Lecce
Sticchi Damiani: “Il problema sono le prime squadre: i giovani non giocano”
Le parole del presidente del Lecce
Nel corso della commissione “Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport”, presso il Senato della Repubblica, ha preso la parola Saverio Sticchi Damiani. Il presidente del Lecce ha affrontato molti temi legati al calcio italiano, in un momento storico in cui la Nazionale è sotto processo dopo l’eliminazione dall’Europeo in corso in Germania. Tra l’altro, lo stesso club salentino ha ricevuto degli attacchi, in riferimento al campionato vinto due stagioni fa dalla Primavera con un’ampia percentuale di giovani calciatori stranieri in rosa. Parole alle quali ha risposto duramente il direttore Pantaleo Corvino, rispedendo le accuse al mittente. Di seguito le dichiarazioni di Sticchi Damiani.
Sticchi Damiani difende il Lecce
“Sono presidente del Lecce dal 2017, quando la squadra era in Serie C. Quindi in pochi anni ho attraversato le tre leghe professionistiche, siamo una delle società che dal punto di vista dei bilanci siamo sempre in equilibrio. Anche quest’anno saremo in utile, tutto frutto del fare il passo in modo proporzionale alle proprie gambe. Il tema della sostenibilità, della competitività sul piano sportivo e della competitività della Nazionale sono tre elementi compenetranti. In questo momento di crisi del calcio italiano, in seguito all’eliminazione dall’Europeo, si sta cercando la chiave giusta per giustificare l’insuccesso. Si parla di settori giovanili e squadre Primavera con troppi stranieri ed il Lecce viene additato in questo senso. In realtà l’Italia è competitiva dal punto di vista dei giovani, come dimostrano le Under 17 e le Under 20. Non è vero che il campionato Primavera è pieno di stranieri: al di là del Lecce, il macrodato dice che il 23% dei giocatori in Primavera sono stranieri. Quindi dire che l’insuccesso azzurro è dato dalla troppa presenza di stranieri è sbagliato. Così si crea solo un alibi. Il vero problema sono le prime squadre che hanno una grande prevalenza di stranieri: ho fatto un calcolo, se andiamo a vedere i titolari italiani utilizzati stabilmente dalle squadre di Serie A sono 100-110 giocatori, ovvero quelli che potevano essere scelti dal ct. I 22-23 giocatori degli Europei è stata fatta quindi su questi 100-110”.
Il minutaggio dei giovani e il campionato Primavera
“Parlare delle Primavere significa non guardare il vero problema, ovvero le prime squadre. Il dibattito secondo me si deve sviluppare sul minutaggio dei giocatori formati dai settori giovanili: se dovesse entrare in vigore, rischierebbe di creare un disagio ai grandi club. Poi c’è un altro punto: se gli italiani hanno già compiuto il ventitreesimo anno di età, questo criterio si perde. Per me dovrebbe valere l’età in cui è stato iniziato il campionato, non si può andare ad inseguire i compleanni di tutti i calciatori della rosa. Serie A a 18 squadre? La ritengo un’idea fuori luogo. Andremmo ad eliminare due società piccole che danno spazio ai giovani. E poi migliorare le retrocessioni: io non dico di abolirle, ma di fare un ragionamento di buon senso. La Serie B si sta snaturando. Tutta la Serie B gioca col terrore di retrocedere e per questo non da spazio ai giovani. Addirittura si è introdotto un sistema di retrocessioni nel campionato Primavera 1. E quindi anche lì le società fanno giocare magari i fuori quota”.
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