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Italia U19, Viscidi esulta: “È la prima volta nella storia”

Le parole del coordinatore delle selezioni giovanili azzurre

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Maurizio Viscidi Italia

L’Italia U19 ha festeggiato dopo la vittoria contro l’Irlanda del Nord un doppio pass: il primo quello per la semifinale dell’Europeo di categoria con una giornata d’anticipo e il secondo quello per il Mondiale U20 in Cile nel 2025. Un doppio risultato che è stato commentato anche da Maurizio Viscidi, il coordinatore delle Nazionali Giovanili, attraverso i canali ufficiali della FIGC.

Maurizio Viscidi Italia

Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali giovanili azzurre

Viscidi e la storia dell’Italia U19

“Non era mai accaduto di partecipare a quattro Mondiali Under 20 consecutivi, in una competizione che nelle ultime tre edizioni ci ha visto arrivare sempre fra le prime quattro. Ciò significa che il Club Italia ha lavorato con continuità, metodo e unità d’intenti con tutte le componenti tecniche e organizzative. Nel corso degli anni si è sempre cercato di migliorare ciò che si era costruito fino a quel momento, apportando modifiche e investimenti alla struttura per progredire in un programma tecnico che sta dando grandi risultati”.

Viscidi: “La vittoria è di tutti”

“È ciò che abbiamo provato a fare. Non vince mai una persona sola, ma un gruppo che parte dall’area scouting, fondamentale in FIGC, passando dall’area performance, ai match e data analyst che studiano ogni dettaglio, fino ad arrivare ai nostri allenatori, che sono un terminale importante a cui viene data la responsabilità di gestire, motivare e allenare i ragazzi. C’è infine tutta l’imprescindibile area organizzativa che ci sta permettendo di fare tante gare di alto livello: la crescita dei giovani calciatori passa da queste situazioni. Quando i ragazzi vengono messi in condizioni ambientali e sportive stimolanti, è lì che si fa un passo in avanti, creando i presupposti per la crescita. Siamo felici e orgogliosi dei risultati che stiamo ottenendo, anche perché sono accompagnati dal bel gioco. Ora abbiamo un ulteriore step da fare, e riguarda i duelli. Voglio vedere presto le Nazionali giocare bene di collettivo, ma che al tempo stesso abbiamo la capacità di valorizzare i singoli attraverso la vittoria dei duelli offensivi e difensivi. In poche parole dobbiamo riuscire a creare giocatori che fanno la differenza, dando loro la possibilità di interpretare uno sport collettivo, quale il calcio è, in maniera individuale”.

Il dettaglio di Viscidi

“Il nostro è uno sport di passaggi e duelli. I primi si allenano con determinate metodologie e su questo abbiamo già fatto dei miglioramenti. Negli ultimi 30 metri, però, il calcio diventa uno sport di duelli. I nostri allenatori hanno l’input di stimolare, chiunque sia ad avere la palla, a fare duelli e sfidare l’avversario. Se nel corso degli anni riusciremo a perfezionare questo riusciremo a diventare non solo più spettacolari e vincenti, ma anche più formativi nei confronti del talento. I giocatori, infatti, devono interpretare il calcio in maniera diversa in base alle zone del campo: quando si è in fase di costruzione deve essere uno sport semplice e più razionale, ma via via che ci si avvicina alla porta il livello tecnico si deve alzare e anche l’irrazionalità deve avere una componente importante. È una questione di processi cognitivi e decisionali: nel calcio sono diversi in fase di costruzione e in quella di finalizzazione. Dobbiamo perciò allenare i giocatori ai duelli, solo così potremo creare giocatori protagonisti, evitando di appiattirci in un calcio ormai sempre molto organizzato sul piano tattico: se non riscopriamo e alleniamo il talento si rischia di fare zero a zero in tutte le partite”.

I meriti dell’Italia 

“Se siamo arrivati ad avere questa continuità di risultati incredibili con le Nazionali Giovanili non può essere frutto del caso. Sicuramente un’incidenza l’ha avuto la riforma del campionato Primavera, ma vanno riconosciuti grandi meriti anche ai club, perché i giocatori si formano da loro. Ci sono molti responsabili di settori giovanili che si danno tanto da fare, con società che hanno una grande cultura dei propri vivai: ritengo che il parametro di un giocatore che viene selezionato per una Nazionale Giovanile, sia la cartina tornasole del buon lavoro svolto”.

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