Nazionali Giovanili
Italia U20, Nunziata parla a 360°: Baldanzi, Pafundi, Casadei e le emozioni del Mondiale
Il ct dell’Italia Under 20: “Il futuro è dei giovani”
Lo splendido cammino dell’Italia Under 20 al Mondiale in Argentina non ha avuto il lieto fine sperato, ma questo non toglie i grandi meriti degli azzurrini e del ct Carmine Nunziata. La Nazionale azzurra ha mostrato un bel calcio, battendo anche avversarie prestigiose come Brasile e Inghilterra. Il tecnico dell’Italia ha affidato ai microfoni di Tuttomercatoweb il bilancio della sua avventura al Mondiale: “La cosa più emozionante è stato tutto l’entusiasmo che abbiamo creato in Italia. Siamo partiti con una squadra un po’ improvvisata e siamo arrivati fino alla finale”.
Italia Under 20, le parole di Nunziata
Sulla finale: “Inizialmente c’era delusione. Si arriva a giocare una finale dopo tutto il percorso e la delusione per la sconfitta è grande. Poi però ci torni dopo qualche ora, il giorno dopo, e la sensazione a mente fredda cambia. L’orgoglio per il percorso fatto ha preso il sopravvento sulla delusione finale. Loro stavano meglio fisicamente. Per di più il campo non ci favoriva: noi, che siamo abituati a giocare a calcio, abbiamo fatto fatica. Detto ciò, hanno controllato di più la partita ma hanno tirato una sola volta in porta. Le finali si giocano sui dettagli. E in tal senso non sono da sottovalutare i 39mila spettatori tutti uruguaiani”.
Sul gruppo degli azzurrini: “Con questa squadra lavoriamo da due anni su degli obiettivi. Il primo lo scorso anno era arrivare in fondo all’Europeo e qualificarci al Mondiale: ci fermammo in semifinale, contro l’Inghilterra. Devo fare i complimenti alla squadra perché s’è presentata ai nastri di partenza con una mentalità vincente, voleva arrivare in fondo. Per farlo, l’unica strada che conoscevamo era quella del gioco. Molti dei ragazzi nuovi sono stati fantastici, si sono integrati subito. Abbiamo sempre cercato di imporre il nostro gioco, con le nostre qualità”.
Sulle partite disputate: “Sono state tutte gare belle e particolari. Quella che ci ha dato grande convinzione è stata la prima col Brasile, dopo mezz’ora sei sul 3-0… Poi la gara contro l’Inghilterra: ci tenevamo a prenderci la nostra rivincita e ci siamo riusciti. Ma anche le altre, in verità. La Corea del Sud non perdeva da undici partite, non giocava un bel calcio ma era molto solida ed era arrivata in finale al precedente Mondiale, aveva più esperienza di noi”.
Su Baldanzi e Pafundi: “Sono due ottimi giocatori. In questo momento la differenza la fa l’esperienza: Baldanzi quest’anno ha giocato un campionato importante in Serie A, oltre alle grandi qualità tecniche ha maturato una esperienza che ha fatto la differenza. Simone ha 17 anni, ha un futuro radioso davanti e grandi qualità. Poi però ha giocato poco e questo un po’ lo penalizza. Tommaso deve continuare così, Simone deve iniziare a giocare. Deve trovare continuità ed esperienza”.
Sul percorso dei giovani azzurri: “I nostri giocatori maturano un paio d’anni dopo rispetto agli altri, incominciano a giocare tardi nel calcio che conta mentre all’estero a 17-18 anni sono già titolari. Prima cominciano a fare campionati che contano, prima possono migliorare. L’abbiamo visto con Baldanzi, ha iniziato la stagione titolare e guardate come è cresciuto. Prima iniziano a giocare nei campionati che contano e meglio è per tutti. Come in tutte le cose e in tutti lavori, il futuro è nei giovani e dobbiamo credere in loro”.
Su Casadei: “Cesare già di suo ha questa qualità negli inserimenti ed è stata sfruttata benissimo da parte sua. Poi c’è stato il grande lavoro dei suoi compagni e di tutta la squadra: se non hai un gioco, non hai tutte queste opportunità. Lui e Baldanzi i più pronti? Sicuramente. Ma lo sono perché hanno più esperienza. Baldanzi in Serie A, Casadei in Championship. Questo fa la differenza”.
Sulla cosa più gratificante: “Aver dato una chance in più a questi ragazzi che se la meritavano e se la meritano. Ghilardi è reduce da un grande campionato in C, Zanotti e Guarino in Primavera come Esposito che è un 2005 e ha fatto molto bene. Tutti hanno avuto una opportunità importante”.
Sul Mondiale e sul suo futuro da allenatore: “Non lo so e per ora non mi sono nemmeno posto questa domanda, siamo tornati ieri dopo un giorno di viaggio. Mi piace tantissimo stare in Nazionale, vediamo un po’ ma non ci ho pensato. Mi prendo un po’ di tempo. In Argentina è stata un’avventura straordinaria e indimenticabile. L’ho detto anche ai ragazzi alla fine del percorso: al di là di vincere o perdere queste esperienze ti restano dentro. Questo mese in Argentina resterà indimenticabile”.
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