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Euro U21, Francia-Italia: un primo episodio horror targato UEFA

Senza il VAR e la Goal Line Technology la competizione rischia di essere falsata

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Gol fantasma Francia-Italia

Francia-Italia U21 non era diretta da Dario Argento, ma dall’olandese Allard Lindhout. Ciononostante, a Cluj è andato in scena uno dei primi episodi horror dell’Europeo U21 targato UEFA. Senza VAR e Goal Line Technolgy a causa dell’inadeguatezza degli stadi dei paesi ospitanti della competizione, la Romania e la Georgia, saremo costretti ad assistere ad una sagra di ingiustizie inaccettabili per il calcio e per lo sport del 2023.

FOCUS – EURO U21, LA GUIDA AGLI AZZURRINI DI NICOLATO

Euro U21 e dintorni

Chiariamo subito una cosa: l’Europeo U21 non è la Champions League né tantomeno un Mondiale per importanza e per interesse degli appassionati, ma per i calciatori rappresenta una vetrina in grado di cambiare la carriera. Esistono ed esisteranno per sempre eroi della competizione, figure del calcio ad alti livelli che vantano una partecipazione, un premio individuale o un titolo da aggiungere in bacheca come un grande riconoscimento. E’ una competizione fra nazionali, ci sono calciatori che hanno l’occasione di mettersi in mostra ai club e alla Nazionale maggiore, ci sono ct emergenti o esperti che cercano conferme o chance sul mercato. Contratti, vite professionali e suon di milioni in ballo. E, dulcis in fundo, il risultato in campo è il grande premio per lo sportivo: vedere sfregiata una prestazione a causa di inadempienze di organizzazione delle istituzioni o di errori lapalissiani totalmente evitabili da parte degli arbitri è una mancanza di rispetto nei confronti degli sportivi. E gli appassionati, invece? Chi tiene conto dell’insoddisfazione dei tifosi, dei giornalisti che seguono e danno risalto all’evento e dei parenti dei calciatori? Attorno ad Euro U21 esiste un micro-mondo di lavoro, interesse e passione dettato dal calcio, grande traino da sempre dei popoli. “Il calcio è sempre stato così”, si dirà. La tecnologia ci ha dato una chance per rendere più comoda la nostra vita, in tutti i campi, non usarla quando la si ha ha disposizione nel 2023 appare insensato. Ed è per questo motivo che la UEFA non solo può, ma DEVE tenere in considerazione l’aspetto legato agli strumenti che aiutino la terna arbitrale per un sereno svolgimento delle partite al momento di scegliere i paesi ospitanti di competizioni così seguite.

Nessun capro espiatorio a Cluj

Tornando a Francia-Italia, è fondamentale sottolineare un aspetto in prima istanza: l’arbitro Allard Lindhout ha diretto male la gara a livello di interpretazione degli episodi e lucidità nel corso dei 90′, ma non può e non deve essere messo in croce per questo. Il VAR è stato introdotto nel 2017 in Italia, la Goal Line Technology nel 2013. Dal gol di Muntari in poi, in più di 10 anni di cambiamenti sul piano della direzione gara, sono stati fatti tanti passi in avanti per permettere sempre maggior giustizia all’interno del rettangolo verde. Ma, nell ‘ultimo decennio, abbiamo anche capito una cosa: il direttore di gara, gli assistenti e il quarto uomo sono autorizzati a sbagliare, esattamente come calciatori o allenatori. Ravvisare un fallo di mano come quello di Kalulu ad inizio secondo tempo di ieri è complicatissimo per un arbitro, così come valutare se il pallone è entrato nel colpo di testa di Bellanova: in occasione del gol fantasma, l’olandese Lindhout fa segno come Lukeba abbia intercettato il pallone con il petto e non con la mano, senza concentrarsi sulla possibilità che la sfera avesse varcato la linea o meno. Un episodio che fa arrabbiare tutti, ma che ci permette di capire una cosa riferendoci a quella circostanza: arbitro e assistente non sono più abituati a valutare il gol/non gol, in 10 anni questo aspetto della direzione gara è stato accantonato nelle abitudini dei giudici di campo e non può riattivarsi da un secondo all’altro. Gli arbitri dei grandi campionati, nel 2023, hanno avuto la fortuna di dirigere grandi partite sempre con la tecnologia a disposizione: è cambiata la comunicazione, l’attenzione e la valutazione all’interno della gara. Ma, tornando a quanto affermato in precedenza, quanto avrebbe spostato il gol assegnato di Bellanova? Tanto, tantissimo. Per il ragazzo, reduce da una stagione complicata all’Inter e un ritorno al Cagliari già annunciato, segnare quel gol avrebbe significato molto a livello personale. Per l’Italia, demoralizzata e abbattuta nel morale che si presenta alla sfida con la Norvegia con 0 punti anziché uno. Per la Francia, che sul campo non ha meritato la vittoria. Per le altre squadre della competizione e del raggruppamento degli azzurrini, che ormai hanno capito l’antifona.

Contraddizioni storiche

Ma il passo indietro non va considerato in relazione a questa competizione nel nostro tempo, ma anche a come queste manifestazioni abbiano sempre rappresentato un punto di sperimentazione e svolta per il calcio. A livello di format, la formula del Golden Gol (messa da parte pochi anni più tardi) vede il suo debutto in un Euro U21 del 1994: protagonista sempre l’Italia nella finale contro il Portogallo, Pierluigi Orlandini segnò un gol storico ai supplementari che consegnò il titolo agli azzurrini a Montpellier. Dopo quasi 30 anni siamo costretti a vedere passi indietro e non in avanti: perché non sperimentare idee nuove in grado di migliorare lo sport proprio ad Euro U21? L’introduzione del tempo effettivo, il fuorigioco automatico e chi ne ha più ne metta, esistono tantissime idee discusse dai grandi board delle istituzioni calcistiche che da anni non trovano un proprio campo di prova. Un altro spettacolo poco decoroso a livello sportivo e nessuna spiegazione da parte di nessuno, pagano il conto (come sempre) appassionati, calciatori e addetti ai lavori.

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