Primavera 1
Premio ‘Mino Favini’ a Coverciano: Samaden votato dai colleghi
L’ex responsabile dell’Inter vince per il secondo anno
Questa mattina a Coverciano è iniziata la premiazione per la 32esima edizione della Panchina d’Oro. Una cerimonia che, anno dopo anno, celebra i migliori allenatori del nostro Paese per i risultati conseguiti nell’annata precedente. Non solo i tecnici perché c’è anche un premio dedicato a ‘Mino Favini’ per il miglior responsabile del settore giovanile. A vincere per il secondo anno consecutivo è stato Roberto Samaden per i risultati conseguiti con l’Inter.
PANCHINA D’ORO, PREMIO SPECIALE A BOLLINI
Premio Mino Favini, vince Roberto Samaden
Nella mattinata a Coverciano è stato premiato anche il miglio responsabile del settore giovanile, dedicato a Mino Favini – storico scout e scopritore di talenti dell’Atalanta scomparso prematuramente -. A vincerlo, grazie ai voti dei colleghi, è stato Roberto Samaden per il lavoro svolto con l’Inter negli ultimi anni. E’ stato il secondo premio consecutivo ricevuto dal direttore che ha superato come voti Angelo Carbone (Milan), Francesco Palmieri (Sassuolo) e Vincenzo Vergine (Roma, ma dall’estate al Milan). Un premio a tinte nerazzurre dunque per Roberto Samaden che oggi ricoprire il massimo ruolo a livello giovanile proprio nell’Atalanta dopo l’addio all’Inter in estate. Il direttore ha rilasciato anche un paio di dichiarazioni dopo il premio ricevuto.
Premio Mino Favini: le parole di Samaden
Roberto Samaden ha parlato subito dopo aver ricevuto il premio sul palco del Centro Tecnico Federale di Coverciano. Ecco le sue dichiarazioni: “Grazie ai miei colleghi che mi hanno votato per la seconda volta. Nel nostro ruolo, se c’è una caratteristica è che questo è un lavoro di squadra. Il ringraziamento va a chi ha lavorato con me. E’ un premio nerazzurro, visto che sono passato dall’Inter all’Atalanta. Il premio è poi dedicato a Mino Favini e questo ha un ulteriore carico di significato per me. Con i giovani serve innanzitutto equilibrio e senso del dovere, bisogna farli crescere come uomini prima ancora che come calciatori”.
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