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Riforma Serie A, il minutaggio dei giovani avrà un peso sui diritti Tv
Abodi ha firmato un DPCM a modifica della Legge Melandri
La crescita dei giovani del proprio vivaio e il giusto spazio da dare loro con le prime squadre, deve essere uno dei temi centrali del calcio italiano. Il Belpaese infatti sembra ignorare ciò che accade nel resto d’Europa, dove i ragazzi hanno possibilità di esprimere il proprio talento anche in grandi palcoscenici. In modo graduale, anche in Italia le cose potrebbero cambiare.
Nella giornata di ieri, il ministro dello sport Andrea Abodi ha firmato un DPCM che modifica ufficialmente la Legge Melandri, che regola la distribuzione dei diritti tv. Con questo nuovo provvedimento, il minutaggio dei giovani avrà un peso sulla distribuzione dei diritti tv. Abodi infatti, ha introdotto i criteri per la determinazione dei minuti giocati dai giovani calciatori. Essi saranno validi a partire da questa stagione, con l’esclusione delle ultime tre gare di Serie A.
Abodi e il minutaggio dei giovani: i vantaggi
Un passo in avanti importante. Con questo decreto, Abodi ha fatto chiarezza su una norma introdotta nel 2019, la quale destinava l’1,1% dei ricavi tv in relazione ai “minuti giocati in Serie A da giocatori compresi tra quindici e ventitré anni che devo essere tesserati da almeno trentasei mesi ininterrotti per la società presso la quale prestano attività sportiva”. Generica e forse difficile da comprendere.
Il ministro dello Sport ha aggiunto i criteri per determinare i minuti giocati dai giovani calciatori, con un calcolo che varia rispetto all’età. Una scelta sulla carta azzeccata. In primis perché si spingerebbe le società a dare maggiore spazio ai ragazzi del proprio vivaio. Dall’altra parte, la società stessa riceverebbe degli incentivi economici, fattore certamente di cui tenere conto se considerassimo i tanti costi che essa deve affrontare al giorno d’oggi.
Riforma Serie A giovani, i punti salienti
Di seguito, ecco i punti salienti del DPCM firmato dal ministro dello sport Andrea Abodi:
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 18 si considera il 100% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 19 si considera il 90% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 20 si considera l’80% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 21 si considera il 70% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nelle categorie Under 22 e Under 23 si considera il 50% dei minuti giocati;
- per i giovani calciatori convocati dalla Nazionale Italiana, sia Nazionale A che Under 21, nella stagione di riferimento, la quota di minuti giocati, determinata ai sensi del presente decreto, è incrementata del 30%”.
Sulla base dei criteri sopra descritti si procede alla determinazione dei minuti giocati (minutaggio complessivo), per ciascuna delle stagioni sportive ricomprese nei 36 mesi, stilando una graduatoria delle singole squadre.
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