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Nicolò Armini, la determinazione del nuovo Nesta

Il difensore della Lazio che mira a diventare il nuovo ‘Ministro della Difesa Biancoceleste’

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Foto di Martina Cutrona

Il Ministro della Difesa, come sappiamo, ha il compito di sovrintendere al coordinamento della difesa italiana. Diciamo che nel calcio, quando si ha un leader in quella zona del campo, la situazione non si discosta molto dalla realtà statale; anche lui, infatti, deve saper gestire tutta la retroguardia. Tutti ricorderanno il più famoso 'Ministro della Difesa' del calcio italiano degli ultimi trent'anni, nonchè della Lazio: Alessandro Nesta. Campione del Mondo 2006, oltre che ad essere inserito nella lista Fifa dei 125 più grandi giocatori viventi. Questo, naturalmente, è da esempio per molti giovani, soprattutto romani e biancocelesti, come per Nicolò Armini, difensore e capitano della Lazio Primavera. Nasce a Roma il 7 marzo del 2001, iniziando a dare i primi calci ad un pallone all'età di cinque anni nel Santa Maria delle Mole, squadra del paese dove vive, alternandosi tra mediana e linea difensiva, ma il suo ruolo sarà ben presto definito: è il 2006 e Nesta alza la Coppa del Mondo al cielo. Vi rimane per cinque anni, fino a quando, durante un torneo, la Lazio lo nota e decide di portarlo a Formello. È un sogno che si avvera, avendo sangue biancoceleste nelle vene e come idolo l'ex capitano romano. In questi nove anni sacrificio, impegno e costanza sono le tre parole chiave per Nicolò, portandolo ad essere un difensore polivalente, alternandosi così tra il centrodestra di una difesa a quattro e la fascia in una difesa a tre, con buonissimi risultati in entrambi i ruoli. Un difensore centrale dove fisico e garra charrúa, come la chiamano i sudamericani, la fanno da padrone ma che in impostazione e velocità non demerita di certo: unica pecca, se vogliamo, è il colpo di testa nella fase realizzativa (il suo record è di quattro goal realizzati negli Allievi Nazionali), ma che sicuramente saprà migliorare con la sua determinazione. Anche nelle varie Nazionali Azzurre il ragazzo si fa valere, ricevendo la sua prima chiamata dall'Under 15 e diventando negli anni il vice capitano dietro al romanista Riccardi, riuscendo, inoltre, a mettere il timbro tra i marcatori nelle Under 16, 17 e 18. Tutto ciò conferma che il suo sogno di diventare un titolare della retroguardia della Prima Squadra biancoceleste, nonché capitano, non sia poi impossibile. Quando la sua concentrazione è lontana dal dover contrastare gli attaccanti avversari, si distrae con la sua seconda passione: i motori. Passione ereditata dal papà, il quale ne fa un mestiere da una vita, e dove Nick non disdegna di porgere il suo aiuto. Come la stragrande maggioranza dei suoi compagni, coetanei e non, anche lui riesce a ritagliarsi, però, del tempo anche per la PlayStation, giocando a Fifa, magari schierandosi anche, e le serie tv, con 'Vis a Vis' e 'Prison Break' le sue preferite. Il papà è la sua colonna, la mamma il suo amore, ma anche il suo padrino Stefano e il suo cugino Marco sono due persone importanti nella sua vita, che lo hanno sempre seguito e sostenuto nella sua carriera fin qui. Se per diventare il nuovo 'Ministro della Difesa Biancoceleste' ci vuole, anche, un buon team alle spalle, possiamo solamente augurargli un gran bene e una concentrazione costante, perché il sovrintendere al coordinamento parte soprattutto da lì e che mister Inzaghi monitora ogni istante e potersi affidare a lui presto.

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