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L’Inter dei miracoli di Longo, Mbaye e Duncan

Uno sguardo su una delle stagioni più trionfali per i nerazzurri

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Sono passati ormai otto anni, dalla conclusione di una delle stagioni più gloriose per una formazione giovanile italiana, stiamo parlando dell'annata 2011-2012 per L'Inter di mister Andrea Stramaccioni.  Nel giugno del 2011 la panchina della formazione primavera passa nelle mani del trentacinquenne romano, con un lungo passato nelle giovanili giallorosse e con una carriera da giocatore interrotta in giovane età. 

La squadra inizia alla grande grazie ad un 4-3-3  rappresentato dal bomber Samuele Longo, capace di segnare solo nelle prime quattro gare ben sette gol, risultato nato grazie ad una grossa qualità a centrocampo che può vantare nomi come Alfred Duncan, Andrea Romanò, Daniel Bessa, Lorenzo Crisetig ed un giovanissimo Marco Benassi. La corsa della squadra nerazzurra sembra infermabile, la vittoria più prestigiosa è nel derby contro il Milan con un gol di Bessa, arrivano poi le prime sconfitte contro entrambe le squadre di Verona. Nel girone di ritorno il modulo passa ad un 4-3-1-2 dando più spazio a punte come Marco Livaja e  Francesco Forte, i risultati sembrano non arrivare visto che a Gennaio e Febbraio la squadra arranca in campionato ed esce prematuramente sia nella Viareggio Cup che nella Primavera Tim Cup agli ottavi di finali, in entrambi i casi ai rigori contro il Parma e la Fiorentina. 

Queste delusioni fanno scattare una reazione d'orgoglio nella squadra milanese,  riniziando a vincere in campionato, ed arrivando alla finalissima di NextGen Series (l'attuale Youth League) contro l'Ajax uno dei vivai più gloriosi d'Europa, la partita è una montagna russa di emozioni, al gol di Longo risponde Denswil (attuale giocatore del Bologna), i tempi regolamentari e supplementari non bastano si va ai calci di rigore. Dal dischetto i nerazzurri questa volta non sbagliano, segnano tutti e cinque i tiri, mentre l'Ajax fallisce con Veltman, che si fa parare il rigore da un reattivo Raffaele Di Gennaro.

Pochi giorni dopo il trionfo europeo mister Stramaccioni passa in prima squadra al posto di Claudio Ranieri, ormai completamente sfiduciato dallo spogliatoio, Massimo Moratti benedice lo scambio nella speranza che il mister possa emulare il percorso di Guardiola al Barcellona. Al suo posto viene nominato Daniele Bernazzani, il cambio di guida non causa problemi, la squadra nelle  ultime otto gare totalizza diciannove punti, il ruolino di marcia è di sei vittorie, un pari ed una sconfitta, ciò che basta per arrivare primi a pari merito nel proprio girone con i cugini del Milan. Nella fase ad eliminazione delle final eight ai quarti l'Inter batte con qualche difficoltà a causa del rosso di Livaja il Palermo per due reti a zero, con la doppietta di uno scatenato Mbaye, uno dei terzini più promettenti dell'epoca. Nelle semifinali è tempo di derby contro il Milan di mister Dolcetti, la gara offre una valanga di emozioni tanto che fino al secondo tempo supplementare il risultato è di tre a tre, ma a decidere è una rete nel finale di Longo autore di una tripletta e sempre più decisivo per i suoi. La finale contro la Lazio di mister Bollini è un altro susseguirsi di emozioni e di gol che vede i lombardi vincere per tre reti a due con i gol di Livaja, Longo e Garritano.

La squadra di quella stagione è stata in grado di vincere sia la coppa continentale di categoria che il campionato, pochi di quei protagonisti sono riusciti a sfondare realmente nel calcio che conta. Del reparto difensivo Di Gennaro dopo varie annate in B gioca in serie C nel Catanzaro, trai difensori centrali Pendelholfer gioca in patria allo Sturm Graz e Kysela  è attualmente svincolato dopo qualche esperienza in Germania, maggior fortuna l'ha avuta Bianchetti attuale giocatore della Cremonese che può con qualche presenza in A con il Verona. Dei terzini solo Mbaye, ha trovato spazio in serie A, mentre Alborno gioca in patria in Paraguay. I centrocampisti sono quelli ad essere riusciti a confermarsi di più, tra tutti Duncan Benassi, entrambi giocatori della fiorentina, Bessa dopo una discreta esperienza a Verona e Genova ora gioca in patria al Goias, ha deluso le attese Romanò, attualmente svincolato e in parte pure Crisetig, giocatore ora del Mirandès squadra di serie B spagnola. In avanti Longo e Livaja nonostante qualche occasione in serie A non sono riusciti realmente a sfondare, ma hanno trovato la giusta dimensione nel primo caso in Grecia all'Aek Atene, mentre il secondo in b al Venezia, sono ormai veterani del campionato cadetto pure Forte e Garritano, uno alla Juve Stabia e l'altro al Chievo Verona. Non si può dire che abbia avuto fortuna l'esperienza di Stramaccioni tra i grandi, capace di far sognare l'intera piazza grazie ad un buon girone d'andata, salvo poi rovinare tutto con una crisi nera di risultati nel girone di ritorno causando poi il suo esonero a fine stagione, ora si trova nei panni di tecnico giramondo dopo aver allenato in Grecia, Iran e Repubblica Ceca.

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