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L’istruttore tecnico Polistina sui settori giovanili: “Stiamo correndo troppo, bisogna insegnare la tecnica”

Le parole del vice allenatore dello Spezia Primavera

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L'edizione odierna di Tuttosport riporta le interessanti dichiarazioni di Gianluca Polistina, istruttore tecnico e vice-allenatore della Primavera dello Spezia, al fianco di Valter Bonacina. Da tanti anni nel mondo dei settori giovanili, Polistina ha parlato di tantissimi aspetti riguardanti la crescita dei giovani.

"Avete visto il Bayern Monaco in Champions League? Ogni difensore del Bayern potrebbe giocare a centrocampo in Serie A. Una cosa che deve farci riflettere: l'aspetto tecnico e la formazione dei giovani calciatori sono fondamentali. Tra i ragazzini servono istruttori, non allenatori. Se non ci sono i fondamentali il resto non conta. La prima cosa è saper ricevere e trasmettere la palla, la tecnica è la cosa più importante. La costruzione dal basso, l'ampiezza, la profondità vengono dopo".

Sul suo passato all'Atalanta: "Ho vissuto molto da vicino la crescita di Bastoni. A Bergamo su 20 bambini dei pulcini, ben 15 arrivano in Primavera. Ecco il segreto dell'Atalanta. L'aspetto tecnico è centrale, poi viene il carattere. Anche i piccoli possono giocare a calcio, ma devono essere bravi, svelti e fantasiosi".

Sul talento imprigionato dalle tattiche: "Non c'è più un'ala che dribbla. Dove sono oggi i Bruno Conti e i Donadoni? Stiamo correndo troppo, il calcio deve riflettere sui settori giovanili e tornare alla tecnica. Senza inseguire le mode. Nessun bambino oggi sa colpire la palla di testa, sono tutti scoordinati. Gli viene chiesto come hanno fatto a sbagliare, anziché insegnare loro a farlo. Poi i calci di punizione: oggi i grandi tiratori non si vedono più. Le attitudini vanno sempre migliorate: il talento ha il dovere, più degli altri, di allenarsi bene".

Sul suo presente allo Spezia: "Ci sono venuto con grande piacere. Ho ritrovato Bonacina, per me è un fratello maggiore. Questa società ha tanta voglia di crescere e i ragazzi di migliorare, c'è empatia. E Italiano è un allenatore preparato e attento ai giovani". 

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