Bologna
Margotto: “In Italia si cerca di cambiare le cose partendo dall’alto…”
Il responsabile del settore giovanile rossoblù ha rilasciato un’intervista sulle giovanili del club
Da appena un anno responsabile del settore giovanile del Bologna, Loris Margotto, ha iniziato a raccogliere qualche frutto in merito al lavoro stagionale fatto da lui e da tutto lo staff all’interno del settore giovanile felsineo. Si è espresso a Canale 88 in un’intervista a tutto tondo, andando a toccare anche punti esterni al mondo rossoblù; si è parlato anche di Nazionale, campionato Primavera e il modo di approccio verso un giovane di oggi.
Questo e tanto altro nell’intervista integrale a Loris Margotto riportata qui sotto.
Bilancio della stagione conclusa
Fa sempre piacere parlare del settore giovanile. Chiaramente il bilancio è stato positivo per quanto riguarda la mia esperienza personale perché mi sono inserito in un gruppo di lavoro importante, in una società importante con grande potenzialità. L’annata della Prima squadra ha creato un entusiasmo di cui anche il settore giovanile ha beneficiato. Chiaramente, essendo arrivati a luglio, il nostro compito è stato quello di fare una valutazione delle squadre, di conoscere le persone già presenti e di ciò che andava bene e quelle da modificare. Direi che le annate hanno fatto una buona annata: Under 15, 16 e 17. Abbiamo avuto l’U18 che ha fatto un lavoro importante; qualcuno è stato diretto in Primavera dando un contributo importante per la salvezza. Chiaro che la Primavera ha avuto un’annata difficoltosa, purtroppo abbiamo dovuto fare una scelta difficile cambiando allenatore, però poi la squadra si è ritrovata e ha fatto bene. Speriamo di ripartire da qua in modo che l’anno prossimo la squadra possa fare un campionato migliore.
I motivi delle problematiche della Primavera
Ogni annata ha una storia particolare. Anche l’ultimo anno a Bergamo per me è stato difficile con la Primavera pur avendo fatto bene gli anni precedenti; a volte sono anche i tempi di maturazione dei ragazzi che non coincidono. Ciò non vuol dire che non hanno valore ma magari hanno bisogno di tempo per integrarsi in un campionato in cui sono state apportate delle modifiche: ci sono squadre che giocano con limite d’età, noi abbiamo fatto giocare dei 2007. Nella seconda parte i valori dei ragazzi sono usciti che magari nella prima parte non si sono visti.
Youth League
La Primavera è una gestione molto a contatto con la Prima squadra, lavoriamo tutti molto in sinergia con le rispettive competenze, sperando di darci una mano. E’ stato fatto un lavoro di scouting, abbiamo delle basi per costruire la squadra che possa esprimersi in maniera competitiva e soprattutto tenendo conto che il nostro compito è quello di valorizzare i giocatori. L’obiettivo principale rimane quello di fornire giocatori utili alla Prima squadra.
Il livello del campionato Primavera
Penso che in Italia si cerca sempre di cambiare le cose partendo dall’alto, cercando delle formule miracolose. La realtà è che noi dobbiamo aumentare la qualità dei ragazzi, per farlo dobbiamo partire dal basso. Il settore giovanile funziona così: vanno fatte fare esperienze ai ragazzi, selezionare e ricercare i talenti sul territorio e costruire squadre mediamente buone attraverso l’organizzazione; poi servono allenatori che condividono un’idea. Quando abbiamo ragazzi forti uno si inserisce facilmente, il problema è la qualità. Se noi andiamo all’estero evidentemente c’è un problema di giocatori e di rapporti con genitori e agenti. Ricerca e seleziona sul territorio, parte tutto da lì.
Convocazione dei rossoblù nelle Nazionali
Grande soddisfazione vederli con la Nazionale, speriamo di vederne sempre di più. Soddisfazione per la società, esperienza per loro. Avremo qualche ragazzo secondo me bravo e pronto. La convocazione permette ai ragazzi di mettersi in vetrina e di fare un salto di qualità.
Stimolo dei giovani dopo i successi della Prima squadra
Importantissimo per i ragazzi del territorio che si immedesimano nella loro squadra del cuore ma non solo: ci aiuta anche nel mercato perché l’appeal che ora ha il Bologna è importante. Nella scelta dei giocatori c’è qualcuno che sceglie Bologna per il progetto.
Difficoltà nel produrre giocatori per la Serie A
Non è un problema di coraggio. Dove ci sono i ragazzi bravi, giocano. E’ chiaro che in certe piazze dove il risultato è una cosa importante e dove ci sono 90.000 persone allo stadio, il giovane deve avere tempo di fare la sua esperienza. Ci sono passaggi intermedi. Il problema è sempre legato alla qualità dei giocatori; dobbiamo creare giocatori in grado di rapportarsi a un calcio di alto livello, non messi nelle condizioni di fare bene in un determinato schema. In Prima squadra l’allenatore chiede che il giocatore sappia adattarsi a qualsiasi situazioni, per cui serve una struttura fisica importante, una qualità tecnica e mentale importante. Se mi dici un problema in Italia quelli sono gli ambienti in cui crescono i giocatori, dovuti alle pressioni dei genitori e dei procuratori i quali distolgono i ragazzi dal gioco. Più si divertono, più imparano. La quantità di lavoro è importante, a patto che ci si diverte.
Aspettative future sulle categorie
Più ragazzi bravi abbiamo, più risultati di squadra otteniamo: questo è scontato. L’obiettivo è quello di fare meglio, ogni anno è un rimettersi in discussione, non c’è nulla di scontato e assodato. Il segreto è voler bene ai ragazzi e mettersi a loro disposizione: strutture, competenze, fisioterapisti… Poi logico che con i ragazzi bisogna essere esigenti perché per loro sono stati fatti investimenti importanti ed è giusto tirare fuori tutto il possibile dal ragazzo, un po’ come a scuola in cui ci si ricorda dei professori più esigenti. E’ abbastanza semplice la strada, poi diventa complessa. Uno degli obiettivi bellissimo da raggiungere è che un ragazzo già aggregato in Prima squadra rimanesse in Prima squadra.
L’ambiente qui a Bologna
Ho fatto tanti anni a Chievo in cui abbiamo costruito da zero; poi all’Atalanta in cui grazie alla Prima squadra si è strutturata in maniera più importante. Bologna ha una potenzialità enorme nel progetto, ora dobbiamo solo mettere in ordine le cose. Le situazioni per poter fare bene ci sono tutte, dalla società alle strutture, così come le squadre.
Confronti con Sartori
Da parte mia c’è una stima illimitata come persona e come direttore. Penso che ci capiamo, ma parlare tanto con Giovanni Sartori non è semplice (ride, ndr) ed è forse la sua forza.
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