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Fiorentina, Aquilani si racconta a 360°: “Mourinho coraggioso, ma pochi fenomeni in Italia”

L’intervista dell’allenatore della Fiorentina Primavera

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Si è raccontato a tutto tondo l’allenatore della Fiorentina Primavera, Alberto Aquilani, in un’intervista rilasciata su Repubblica. Il mister della Viola U19 è reduce dalla vittoria della terza Coppa Italia Primavera di fila e ha parlato così della sua prima esperienza da allenatore: “Sto ancora provando a fare l’allenatore, le vittorie fanno piacere, ma sono i ragazzi che mi fanno capire se sto lavorando come vorrei: credono a quello che gli racconto, mi seguono. Alcuni giocatori fra quelli che ho allenato l’anno scorso mi chiamano spesso per dirmi che si portano dietro i miei consigli. Uno mi ha telefonato in un momento di difficoltà, perché vive fuori casa e sa che ho vissuto lo stesso. Queste cose non le vedi, ma valgono molto più. Ho iniziato con la Primavera intanto per questioni di patentini. Ma per me era essenziale partire dai giovani, per approfondire e sperimentare. Altri ricevono proposte molto importanti e si fanno tentare, capisco il punto di vista, ma non andava bene per me.”

Inevitabile commentare le difficoltà del calcio italiano nella crescita dei giovani: “Il tema è delicato, perché aspetti sono tanti ed è inutile cercare il problema principale. Innanzitutto, serve più coraggio, magari buttare in campo un ragazzo anche quando non è pronto. Il campionato Primavera non ti forma per la Serie A, a meno che tu non sia proprio un fenomeno. Di fenomeni in Italia però, non ne vedo. Introdurrei una categoria intermedia come le seconde squadre. All’estero quando giocavo contro i ragazzi della seconda squadra vedevo ragazzi che erano già quasi uomini, mentre da noi i giocatori in Primavera sono lontanissimi dal livello dei professionisti.”

Spazio, però, a delle menzioni d’onore: “Mi ha sorpreso molto Zalewski, lo scorso anno l’ho affrontato con la Primavera e non mi aspettavo un impatto così in prima squadra. È stato coraggioso Mourinho, che lo ha fatto giocare in un ruolo in cui non lo immaginavo: l’avevo visto esterno offensivo, mezzala, ora in Serie A fa addirittura terzino. Ci voleva visione, è una fortuna che in Italia ci sia uno come José”.

 

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