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Cambiasso: “Il settore giovanile non è un costo ma un investimento”

Esteban Cambiasso ha speso due parole sul settore giovanile

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Esteban Cambiasso

L’ex centrocampista di Inter e Real Madrid (giusto per citarne due), Esteban Cambiasso, ha parlato ai microfoni di Sky Sport raccontandoci il percorso che ha portato Dani Carvajal fin lì. Lui che conosce più di tutti il mondo madrileno, avendoci vissuto un’intera era geologica, partendo proprio dagli albori e ripercorrendo tutte le annate del settore giovanile, fino ad arrivare ad alzare la Coppa al cielo più volte, ma mai protagonista come in questo caso. Suo il gol con il quale si è aperta la sfida e suo il premio di Uomo-partita, a differenza di quanto si potesse pensare all’inizio. Cambiasso, più volte opinionista a Sky, ieri ci ha tenuto a elogiare un ragazzo che con tanta dedizione è arrivato fin li. Di seguito le sue parole

Le parole di Cambiaso

Oggi stavo guardando un video motivazionale sui social. Mi sono fermato a spiegare a mio figlio chi era Carvajal, un ragazzo che ha messo la posa della prima pietra a Valdebebas, un ragazzo che sognava tutto questo e lo ha ancora superato, insieme al simbolo più grande del Real Madrid, Alfredo Di Stefano. Questo per tornare alla vecchia lotta di nostro studio che il settore giovanile non è un costo, ma un investimento. Lui ha iniziato li con i suoi sogni e oggi ha toccato forse il punto più alto della sua carriera.  

Cambiasso

Esteban Cambiasso

Gli altri del settore giovanile

Pochi, anzi pochissimi le figure che hanno fatto tutte le trafile nel proprio settore giovanile fino all’approdo in Prima squadra, specie raggiungendo una finale di Champions League. Nella sfida di sabato sera tra Real Madrid e Borussia Dortmund – una delle squadre più rampanti per i ragazzi per chi ambisce ad arrivare in alto – qualche d’uno (oltre al già citato Dani Carvajal) c’è stato. In primis certamente Marco Reus, bandiera storicissima dei gialloneri, il quale ha dato l’addio dopo 21 lunghissimi anni di puro amore. Sabato sera è stata la sua ultima apparizione con il Borussia, la squadra che lo ha visto nascere, crescere e infine alzare quella coppa di Germania e le tre Supercoppe tedesche, senza mai nulla di più. Un giocatore d’altri tempi, che avrebbe meritato certamente un finale di carriera diverso, oltre ai numerosi imprevisti che lo hanno accompagnato nella sua decennale carriera con il club e perfino in Nazionale. Altri due volti in casa Dortmund sono stati quelli di Moukoko (non sceso in campo nella finale) e dell’altro classe 2004, Jamie Bynoe-Gittens, entrato solo per gli ultimi minuti di gara. Sponda Real, invece, Nacho Fernandez, l’eterno terzo centrale difensivo in grado di subentrare sempre a stagione in corso viste le assenze dei compagni. Per lui ben 8 le stagioni nelle giovanili dei Blancos, salvo poi conquistarsi un ruolo chiave specie in questa edizione della Uefa Champions League, arrivando ad innalzare al cielo per la sesta volta (la prima da capitano) la Coppa dalle grandi orecchie. Nel finale, anzi nel finalissimo si è intravisto perfino un altro grande simbolo della cavalcata madrilena fin dagli albori: Lucas Vazquez, subentrato per Vinicius a tempo quasi scaduto.

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