Milan
Milan-Chelsea, le pagelle dei rossoneri: Alesi cinico e determinante, Longhi entra e decide
Le pagelle dei ragazzi di Abate
Nava 7: nella prima metà deve preoccuparsi solamente su due spunti di Hall, che riesce a deviare perfettamente fuori dallo specchio; nei rari momenti di difficoltà dei compagni, alza i decibel e si fa sentire guidando i movimenti in uscita dalla propria metà campo. Spegne ogni bollente spirito con la parata di istinto e riflessi nel finale: a conti fatti l’estremo difensore sta diventando sempre più leader di questo Milan.
Bakoune 6: ha l’atteggiamento e la sfrontatezza di un veterano, nonostante sia a tutti gli effetti uno dei più giovani in campo, ma ogni tanto si trova colpevolmente fuori ruolo o in apnea negli uno contro uno.
Simic 7: imperioso leader difensivo, si prende le sue responsabilità a livello tattico e cancella dal campo Hall. L’unico neo è il fallo di mano completamente involontario che riporta in partita gli avversari, ma il gol di Longhi restituisce tutti i meriti lampanti al centrale del Milan, ermetico come una chiusura lampo sugli attaccanti dei blues.
Paloschi 7: raccogliere la pesante eredità di un assente come Coubis non era facile, eppure il centrale di reparto e anche con letture individuali non fa assolutamente rimpiangere la mancanza del capitano. Dal 91′ Parmiggiani S.V.
Bartesaghi 6,5: assolve bene il compito di arginare Idowu, ma si concede qualche momento di pausa che rischia di essere fatale, specialmente negli ultimi secondi del primo tempo quando col tacco rinvia proprio sui piedi del 7, che lo grazia non centrando la porta. Anche nel secondo tempo, va a vuoto su un cross e deve fare gli straordinari per murare il sinistro di Idowu. Insomma, alterna momenti di perfezione difensiva a blackout inspiegabili. Dall’86’ Bozzolan 7: entra, borseggia un pallone e taglia l’area per trovare l’assist decisivo. Devastante in progressione e impattante con la mentalità che lo accompagna nei minuti finali.
Gala 6,5: infaticabile nella fase di non possesso; ossessionato dal pallone, l’8 insegue chiunque per riaverlo e metterlo a disposizione dei compagni. Con la metà della sua voglia Napoleone avrebbe vinto a Waterloo.
Marshage 6,5: grande personalità e freddezza in situazioni delicate, pulisce una quantità industriale di palloni sulla mediana e non tira mai indietro la gamba.
Zeroli 6: il più timido nel fronte rossonero, sembra costantemente alla ricerca di continuità e di un ruolo nella foresta di maglie a centrocampo. Dal 91′ Stalmach S.V.
Alesi 8: il destino a volte è inesorabile. Serviva l’episodio per tracciare la strada e il 7 si trova lì, sulla respinta corta e stentata del portiere per infiammare la rete e l’animo dei compagni. Con il gol che stappa la partita riscatta un primo tempo a metà tra il convincente e il timido, con il gol della doppietta si prende la palma di MVP; non male per essere la seconda presenza in Youth League.
Lazetic 6: in una sola parola, sfortunato. Passa la prima mezz’ora a rincorrere a tutto campo i portatori di palla del Chelsea ma accusa un problema fisico e deve abbandonare l’arena prima del tempo. Dal 33′ Traoré 6,5: è la rappresentazione perfetta della linea sottile tra genio e sregolatezza. Una sua sfuriata accende il Milan nel finale; letteralmente un’azione dopo, eccesso di confidenza nel cercare un tunnel che spalanca il campo alla ripartenza del Chelsea, che per questione di centimetri non centra la porta. Ottimo lo spunto che porterà alla punizione sugli sviluppi della quale i rossoneri pescano il jolly dell’1-0, ma guardando il lato oscuro della luna troviamo tante scelte sbagliate in contropiede e alcuni errori nel dosare i passaggi per i compagni.
El Hilali 6: 45 minuti consegnati all’avversario di fascia, non uno spunto, non una giocata, atteggiamento piatto e senza slanci. Nella ripresa ha un sussulto sull’azione che porterà alla prima firma di Alesi, complessivamente ha un’altra faccia anche nel pressing alto e nei momenti in cui c’è bisogno dei suoi strappi per uscire dalla metà campo difensiva. Dall’86’ Longhi 7,5: ancora una volta dalla panchina, la sentenza dell’80 ha tinte da film emozionante, ti scuote dentro e ti lascia interdetto vedere la voglia con cui si lancia in scivolata sul pallone del 2-1. Il ragazzo col nome anglofono punisce i britannici, finale migliore non lo avrebbe scritto neanche la migliore penna al mondo.
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